Nei frammenti di cui si compone, e nell’eco che essi producono, Messina città “precaria” si manifesta come ensemble en nuage: città rarefatta e sfuggente, vera Fata Morgana dello Stretto. Piovene la chiama «città d’aria», cogliendone il senso profondo di città fatta di uno spazio volatile; le cui architetture -siano pinnacoli gotici, scartocci barocchi, o telai razionalisti- sono avvolte e generano intorno uno spazio “atmosferico” che è uno spazio-tempo. Il tempo del terremoto sembra portarci “indietro” al vuoto dell’inizio, ma permette solo di andare avanti come il moto di un pendolo segna il tempo che procede: per questo nella nostra capacità oggi di progettare l’abitare si gioca il nostro futuro, ma anche il nostro passato: la nostra storia intera; che a Messina è la storia della Cittadella Reale e della Stazione razionalista, della Palazzata, dei forti sulle colline e della Fiera sul mare, immagini da restituire al loro affresco generale come quei preziosi disegni di Sartorio per il Duomo messinese che attendono ancora un luogo per mostrarsi. Sia la dimensione stratificata dello spazio, dove le cose coincidono e non coincidono, fluttuando tra ordine e caos, il nuovo ordine urbano che contiene il tempo della città: di tutte le città che sono state e sono ancora questa Messina che vogliamo riconoscere.

Messina e il Moderno. Scritti sulla ricostruzione e sulla Fiera di Messina

ARCIDIACONO, Giuseppe Carlo
2010-01-01

Abstract

Nei frammenti di cui si compone, e nell’eco che essi producono, Messina città “precaria” si manifesta come ensemble en nuage: città rarefatta e sfuggente, vera Fata Morgana dello Stretto. Piovene la chiama «città d’aria», cogliendone il senso profondo di città fatta di uno spazio volatile; le cui architetture -siano pinnacoli gotici, scartocci barocchi, o telai razionalisti- sono avvolte e generano intorno uno spazio “atmosferico” che è uno spazio-tempo. Il tempo del terremoto sembra portarci “indietro” al vuoto dell’inizio, ma permette solo di andare avanti come il moto di un pendolo segna il tempo che procede: per questo nella nostra capacità oggi di progettare l’abitare si gioca il nostro futuro, ma anche il nostro passato: la nostra storia intera; che a Messina è la storia della Cittadella Reale e della Stazione razionalista, della Palazzata, dei forti sulle colline e della Fiera sul mare, immagini da restituire al loro affresco generale come quei preziosi disegni di Sartorio per il Duomo messinese che attendono ancora un luogo per mostrarsi. Sia la dimensione stratificata dello spazio, dove le cose coincidono e non coincidono, fluttuando tra ordine e caos, il nuovo ordine urbano che contiene il tempo della città: di tutte le città che sono state e sono ancora questa Messina che vogliamo riconoscere.
2010
978-88-904767-2-3
Messina; Moderno in Sicilia; Fiera di Messina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20722
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