Proposto al servizio di Luigi XIV come uno dei migliori architetti d’Italia, da François Poerson, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, nel 1709 il giovane Filippo Juvarra (1678-1736), a cinque anni dal suo arrivo a Roma da Messina, rappresentava il prototipo dell’architetto di corte: straordinario disegnatore, ma anche progettista completo, in grado di gestire tutti i livelli della produzione architettonica, dalla vasta scala al dettaglio decorativo. Questo volume si occupa del lungo processo che fino al 1714 condusse Juvarra prima a maturare un linguaggio personale e attraente e poi a raggiungere il suo obiettivo di realizzare grandi architetture degne di un sovrano alla corte dell’ambizioso Vittorio Amedeo II di Savoia, proiettandosi al vertice della fama internazionale. L’imponente produzione grafica, riguardante studi, progetti ideali e reali per le città di Messina, Roma, Napoli, Lucca e altre località, disegni per apparati effimeri e teatrali, è per la prima volta analizzata sistematicamente con il supporto di un vasto apparato iconografico. Una completa reinterpretazione del catalogo juvarriano ha evidenziato la complessità della sua peculiare natura interdisciplinare tra architettura, scenografia, pittura, scultura e incisione: dal periodo messinese, a quello romano avviato nel 1704 con il decisivo contatto con i maestri Carlo e Francesco Fontana, all’attività didattica presso l’Accademia di San Luca, al servizio presso la corte del cardinale Pietro Ottoboni connotato dalla produzione di memorabili scenografie teatrali, all’approccio con Vittorio Amedeo II a Messina. Parallelamente si è delineato il contesto artistico e professionale in cui si svolse la carriera di Juvarra tra Messina e Roma, attraverso articolate panoramiche critiche dei rispettivi ambienti professionali e culturali che contribuiscono a spiegare il suo ruolo tra i maggiori virtuosi del Settecento europeo.

Filippo Juvarra. Gli anni giovanili

MANFREDI, Tommaso
2010-01-01

Abstract

Proposto al servizio di Luigi XIV come uno dei migliori architetti d’Italia, da François Poerson, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, nel 1709 il giovane Filippo Juvarra (1678-1736), a cinque anni dal suo arrivo a Roma da Messina, rappresentava il prototipo dell’architetto di corte: straordinario disegnatore, ma anche progettista completo, in grado di gestire tutti i livelli della produzione architettonica, dalla vasta scala al dettaglio decorativo. Questo volume si occupa del lungo processo che fino al 1714 condusse Juvarra prima a maturare un linguaggio personale e attraente e poi a raggiungere il suo obiettivo di realizzare grandi architetture degne di un sovrano alla corte dell’ambizioso Vittorio Amedeo II di Savoia, proiettandosi al vertice della fama internazionale. L’imponente produzione grafica, riguardante studi, progetti ideali e reali per le città di Messina, Roma, Napoli, Lucca e altre località, disegni per apparati effimeri e teatrali, è per la prima volta analizzata sistematicamente con il supporto di un vasto apparato iconografico. Una completa reinterpretazione del catalogo juvarriano ha evidenziato la complessità della sua peculiare natura interdisciplinare tra architettura, scenografia, pittura, scultura e incisione: dal periodo messinese, a quello romano avviato nel 1704 con il decisivo contatto con i maestri Carlo e Francesco Fontana, all’attività didattica presso l’Accademia di San Luca, al servizio presso la corte del cardinale Pietro Ottoboni connotato dalla produzione di memorabili scenografie teatrali, all’approccio con Vittorio Amedeo II a Messina. Parallelamente si è delineato il contesto artistico e professionale in cui si svolse la carriera di Juvarra tra Messina e Roma, attraverso articolate panoramiche critiche dei rispettivi ambienti professionali e culturali che contribuiscono a spiegare il suo ruolo tra i maggiori virtuosi del Settecento europeo.
2010
978-88-88690-36-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20741
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