The book, published in the series directed by Oronzo Mazzotta, is the development of a research and study’s course on the “inderogabilità” in the labour law, from which the author will analyze critically the profound changes affecting the 'identity of the discipline putting in a shadow cone the principle of protection of the weaker party. Reiterating the validity and the essence of labor law as an "unequal" right, the author verifies how come out significant new methods of protection based no longer on the "norma inderogabile" but on the role played by the judge, although considering the difficulties of the increased influence of the jurisdiction in the recognition and protection of rights. In the first part of the work, the author retraces the evolutionary parable of the legal discourse and the paradigm of “inderogabilità”, the instrument of choice to protect the weaker party, since it was established like an effect contained in the labour rules to its crisis. The flexibility is in this perspective, the priority area in which new technical standards and produces an irreparable rift in the discourse on the “inderogabilità”. But it is precisely from the realization of this rift that the author identifies, as early as the second chapter of the book, in case law a factor of resistance or at least a factor conditioning, giving rise to interpretations directed by the "restrictions’ system ". In the development of the book, the author broadens its horizons to new models in prospect of flexibility’s containment, addressing in a critical way the development of the flexicurity’s project both in the context of legal discourse and of European Union policies. In the Community legal experience, the author finds, with the non-regression clauses, the principle of “inderogabilità”, even if directed to select the applicable rule, of which shows the operating limits but also the potential use by the more recent case of Court of Justice. In the second part of the work, the author then directs his attention to the European Court with regard to flexible working, observing how the circuit of the multilevel case law expresses a passage to a certain extent unavoidable by the "rules "to" techniques "in relation to the protection of rights. The study focuses, in the last two chapters, on technical and interpretive models of the Court’s decisions. In the fourth chapter, the author's attention focuses on "creative decision", noting its persistence in the Italian labor law, which is developing and expanding through the extended use of the technique of interpretation in conformity or adaptation, prompted by the Superior Courts, on two levels, as a means of conformation to European Union law or as a vehicle of interpretation guided by the principles of the national Constitution. In this new context, the author analyzes the scope of the rule devoting specific attention to the subject matter of research, the influence of principles over-ordered and their direct application in prospect of protection. In the last chapter the author highlights the problematic nature of this passage and critically examines the most recent decisions of the Court of Justice on the freedom of association and collective rights, in particular assessing the extent of the art of balancing and the use for this purpose, the principle of proportionality or reasonableness. The balance – of which is the basis of the equalitation principles - the author seems a model of large-scale application, handing the judge a discretionary power broadly speaking antithetic or otherwise differentiating with respect to the model of “inderogabilità”, in defense of principles which are hierarchically ordered and the court is called upon to make application of a rule already given by statute. The balance - with its key concepts: proportionality and reasonableness - outline in this way, according to the author, a new model of government decision and conflict, based not on prediction but on the decision case to case, which ends with the statement of principle, and thus the interest to be protected. What emerges, in conclusion, a radical paradigm shift, that the author problematically delivery to the debate among scholars in the field. The author index concludes the book.

Il libro, pubblicato nella Collana diretta da Oronzo Mazzotta, rappresenta lo sviluppo di un percorso di studio e di ricerca sul tema dell’inderogabilità nel diritto del lavoro, a partire dal quale l’autore si propone di osservare criticamente i profondi cambiamenti che investono l’identità stessa della disciplina ponendo in un cono d’ombra il principio della tutela del contraente debole. Riaffermando la validità e l’essenza del diritto del lavoro come diritto “diseguale”, il fine dichiarato dall’autore è verificare come emergano nuove tecniche di tutela fondate non più sulla “norma inderogabile” ma sul ruolo assunto dal giudice, seppure considerando in modo problematico l’accresciuta influenza della giurisdizione nel riconoscimento e tutela dei diritti. Nella prima parte del lavoro, l’autore ricostruisce la parabola evolutiva del discorso giuridico sul paradigma dell’inderogabilità, strumento elettivo di tutela del contraente debole, dalla sua elaborazione quale effetto insito nelle norme lavoristiche fino alla sua crisi. La flessibilità rappresenta, in questa prospettiva, il terreno privilegiato nel quale si sperimentano nuove tecniche di normazione e si produce un’irrimediabile frattura nel discorso sull’inderogabilità. Ma è proprio a partire dalla constatazione di questa frattura che l’autore individua, già nel secondo capitolo del libro, nella giurisprudenza un fattore di resistenza o comunque di condizionamento, dando luogo a interpretazioni orientate dai “vincoli di sistema”. Nello sviluppo del libro, l’autore allarga il proprio orizzonte ai nuovi modelli in funzione di contenimento della flessibilità, affrontando in modo critico l’elaborazione del progetto di flexicurity sia nell’ambito del discorso giuridico che delle politiche dell’Unione europea. Nell’esperienza giuridica comunitaria l’autore ritrova, con le clausole di non regresso, il principio di inderogabilità, seppure orientato a selezionare la norma applicabile, di cui segnala i limiti operativi ma anche la potenzialità nell’utilizzo da parte della giurisprudenza più recente della Corte di giustizia. Nella seconda parte del lavoro, l’autore dirige quindi la propria attenzione sulla giurisprudenza della Corte europea in materia di lavori flessibili, osservando come il circuito multilevel della giurisprudenza esprima un passaggio in certa misura ineludibile dalle “norme” alle “tecniche” in funzione della tutela dei diritti. Lo studio si concentra, negli ultimi due capitoli, sulle tecniche interpretative e sui modelli decisori delle Corti. Nel quarto capitolo, l’attenzione dell’autore si sofferma sulla “giurisprudenza creativa”, rilevando la sua persistenza nel diritto del lavoro italiano, che evolve e si arricchisce mediante l’esteso ricorso alla tecnica dell’interpretazione conforme o adeguatrice, sollecitata dalla Corti superiori, su un duplice piano, quale strumento di conformazione al diritto dell’Unione europea ovvero quale veicolo di interpretazione orientata dai principi della Costituzione nazionale. In questo nuovo contesto l’autore analizza la portata della giurisprudenza dedicando una specifica attenzione, in relazione all’oggetto della ricerca, all’influenza dei principi sovra-ordinati e alla loro diretta applicazione in chiave di tutela. Nell’ultimo capitolo l’autore sottolinea la problematicità di questo passaggio ed esamina criticamente le più recenti decisioni della Corte di giustizia in materia di diritti collettivi e libertà sindacale, valutando in particolare la portata della tecnica del bilanciamento e l’utilizzo, a questo fine, del principio di proporzionalità o ragionevolezza. Il bilanciamento – il cui presupposto è l’equiordinazione dei principi – appare all’autore un modello di ampia portata applicativa, che consegna al giudice un potere latamente discrezionale antitetico o comunque differenziante rispetto al modello dell’inderogabilità, a presidio del quale i principi sono gerarchicamente ordinati e il giudice è chiamato a fare applicazione di una norma già data in via legislativa. Il bilanciamento – con le sue chiavi concettuali: proporzionalità e ragionevolezza – delinea in tal modo, secondo l’autore, un nuovo modello di decisione e governo dei conflitti, fondato non già sulla previsione ex ante bensì sulla decisione case to case, che si conclude con l'affermazione del principio, e quindi dell’interesse, da tutelare. Ne emerge, in conclusione, un radicale cambio di paradigma, che l’autore problematicamente consegna al dibattito fra gli studiosi della materia. L’indice degli autori conclude il libro.

Dall'inderogabilità alla ragionevolezza / Fontana, Giorgio. - (2010), pp. 1-310.

Dall'inderogabilità alla ragionevolezza

FONTANA, Giorgio
2010-01-01

Abstract

The book, published in the series directed by Oronzo Mazzotta, is the development of a research and study’s course on the “inderogabilità” in the labour law, from which the author will analyze critically the profound changes affecting the 'identity of the discipline putting in a shadow cone the principle of protection of the weaker party. Reiterating the validity and the essence of labor law as an "unequal" right, the author verifies how come out significant new methods of protection based no longer on the "norma inderogabile" but on the role played by the judge, although considering the difficulties of the increased influence of the jurisdiction in the recognition and protection of rights. In the first part of the work, the author retraces the evolutionary parable of the legal discourse and the paradigm of “inderogabilità”, the instrument of choice to protect the weaker party, since it was established like an effect contained in the labour rules to its crisis. The flexibility is in this perspective, the priority area in which new technical standards and produces an irreparable rift in the discourse on the “inderogabilità”. But it is precisely from the realization of this rift that the author identifies, as early as the second chapter of the book, in case law a factor of resistance or at least a factor conditioning, giving rise to interpretations directed by the "restrictions’ system ". In the development of the book, the author broadens its horizons to new models in prospect of flexibility’s containment, addressing in a critical way the development of the flexicurity’s project both in the context of legal discourse and of European Union policies. In the Community legal experience, the author finds, with the non-regression clauses, the principle of “inderogabilità”, even if directed to select the applicable rule, of which shows the operating limits but also the potential use by the more recent case of Court of Justice. In the second part of the work, the author then directs his attention to the European Court with regard to flexible working, observing how the circuit of the multilevel case law expresses a passage to a certain extent unavoidable by the "rules "to" techniques "in relation to the protection of rights. The study focuses, in the last two chapters, on technical and interpretive models of the Court’s decisions. In the fourth chapter, the author's attention focuses on "creative decision", noting its persistence in the Italian labor law, which is developing and expanding through the extended use of the technique of interpretation in conformity or adaptation, prompted by the Superior Courts, on two levels, as a means of conformation to European Union law or as a vehicle of interpretation guided by the principles of the national Constitution. In this new context, the author analyzes the scope of the rule devoting specific attention to the subject matter of research, the influence of principles over-ordered and their direct application in prospect of protection. In the last chapter the author highlights the problematic nature of this passage and critically examines the most recent decisions of the Court of Justice on the freedom of association and collective rights, in particular assessing the extent of the art of balancing and the use for this purpose, the principle of proportionality or reasonableness. The balance – of which is the basis of the equalitation principles - the author seems a model of large-scale application, handing the judge a discretionary power broadly speaking antithetic or otherwise differentiating with respect to the model of “inderogabilità”, in defense of principles which are hierarchically ordered and the court is called upon to make application of a rule already given by statute. The balance - with its key concepts: proportionality and reasonableness - outline in this way, according to the author, a new model of government decision and conflict, based not on prediction but on the decision case to case, which ends with the statement of principle, and thus the interest to be protected. What emerges, in conclusion, a radical paradigm shift, that the author problematically delivery to the debate among scholars in the field. The author index concludes the book.
2010
9-788834-888063
Il libro, pubblicato nella Collana diretta da Oronzo Mazzotta, rappresenta lo sviluppo di un percorso di studio e di ricerca sul tema dell’inderogabilità nel diritto del lavoro, a partire dal quale l’autore si propone di osservare criticamente i profondi cambiamenti che investono l’identità stessa della disciplina ponendo in un cono d’ombra il principio della tutela del contraente debole. Riaffermando la validità e l’essenza del diritto del lavoro come diritto “diseguale”, il fine dichiarato dall’autore è verificare come emergano nuove tecniche di tutela fondate non più sulla “norma inderogabile” ma sul ruolo assunto dal giudice, seppure considerando in modo problematico l’accresciuta influenza della giurisdizione nel riconoscimento e tutela dei diritti. Nella prima parte del lavoro, l’autore ricostruisce la parabola evolutiva del discorso giuridico sul paradigma dell’inderogabilità, strumento elettivo di tutela del contraente debole, dalla sua elaborazione quale effetto insito nelle norme lavoristiche fino alla sua crisi. La flessibilità rappresenta, in questa prospettiva, il terreno privilegiato nel quale si sperimentano nuove tecniche di normazione e si produce un’irrimediabile frattura nel discorso sull’inderogabilità. Ma è proprio a partire dalla constatazione di questa frattura che l’autore individua, già nel secondo capitolo del libro, nella giurisprudenza un fattore di resistenza o comunque di condizionamento, dando luogo a interpretazioni orientate dai “vincoli di sistema”. Nello sviluppo del libro, l’autore allarga il proprio orizzonte ai nuovi modelli in funzione di contenimento della flessibilità, affrontando in modo critico l’elaborazione del progetto di flexicurity sia nell’ambito del discorso giuridico che delle politiche dell’Unione europea. Nell’esperienza giuridica comunitaria l’autore ritrova, con le clausole di non regresso, il principio di inderogabilità, seppure orientato a selezionare la norma applicabile, di cui segnala i limiti operativi ma anche la potenzialità nell’utilizzo da parte della giurisprudenza più recente della Corte di giustizia. Nella seconda parte del lavoro, l’autore dirige quindi la propria attenzione sulla giurisprudenza della Corte europea in materia di lavori flessibili, osservando come il circuito multilevel della giurisprudenza esprima un passaggio in certa misura ineludibile dalle “norme” alle “tecniche” in funzione della tutela dei diritti. Lo studio si concentra, negli ultimi due capitoli, sulle tecniche interpretative e sui modelli decisori delle Corti. Nel quarto capitolo, l’attenzione dell’autore si sofferma sulla “giurisprudenza creativa”, rilevando la sua persistenza nel diritto del lavoro italiano, che evolve e si arricchisce mediante l’esteso ricorso alla tecnica dell’interpretazione conforme o adeguatrice, sollecitata dalla Corti superiori, su un duplice piano, quale strumento di conformazione al diritto dell’Unione europea ovvero quale veicolo di interpretazione orientata dai principi della Costituzione nazionale. In questo nuovo contesto l’autore analizza la portata della giurisprudenza dedicando una specifica attenzione, in relazione all’oggetto della ricerca, all’influenza dei principi sovra-ordinati e alla loro diretta applicazione in chiave di tutela. Nell’ultimo capitolo l’autore sottolinea la problematicità di questo passaggio ed esamina criticamente le più recenti decisioni della Corte di giustizia in materia di diritti collettivi e libertà sindacale, valutando in particolare la portata della tecnica del bilanciamento e l’utilizzo, a questo fine, del principio di proporzionalità o ragionevolezza. Il bilanciamento – il cui presupposto è l’equiordinazione dei principi – appare all’autore un modello di ampia portata applicativa, che consegna al giudice un potere latamente discrezionale antitetico o comunque differenziante rispetto al modello dell’inderogabilità, a presidio del quale i principi sono gerarchicamente ordinati e il giudice è chiamato a fare applicazione di una norma già data in via legislativa. Il bilanciamento – con le sue chiavi concettuali: proporzionalità e ragionevolezza – delinea in tal modo, secondo l’autore, un nuovo modello di decisione e governo dei conflitti, fondato non già sulla previsione ex ante bensì sulla decisione case to case, che si conclude con l'affermazione del principio, e quindi dell’interesse, da tutelare. Ne emerge, in conclusione, un radicale cambio di paradigma, che l’autore problematicamente consegna al dibattito fra gli studiosi della materia. L’indice degli autori conclude il libro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20749
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