Definire il ruolo dell’attività didattica nell’attuale sistema universitario è un compito arduo, denso, al contempo, di semplicistiche vedute e programmatiche visioni da parte degli stessi addetti ai lavori. L’epocale momento di passaggio vede il lento diradarsi di una nebbia dettata da un repentino cambio di temperatura associato ad un appannamento nell’atmosfera culturale italiana. Secondo le recenti riforme universitarie sembra chiara la richiesta formulata ai docenti per un impegno variegato su più fronti dei quali, sicuramente, la capacità di recepire fondi sembra essere l’unica apprezzata. Ne conseguono, in alcuni punti di vista, disimpegnati segnali di disinteresse verso l’insegnamento didattico con un’apparente inutilità delle tematiche impresse. Si aggiunge la mancata considerazione, normata ormai per legge, verso quelle pubblicazioni che, come questa, raccolgono nei singoli progetti degli studenti i dati di una ricerca sul metodo che caratterizza il percorso di studio e l’attualità di una scuola d’insegnamento. Nel “paese della politica” (così usa definire l’Italia il personaggio principale di L’eleganza è frigida, racconto di Goffredo Parise edito, per la prima volta, nel 1982) la classe docente universitaria sembra, suo malgrado, subire il dominio dei numeri, affannata alla rincorsa di nuovi e sempre cangianti strumenti per la misurazione di un suo discutibile e aleatorio parametro di efficienza. Eppure, da parte degli studenti e anche di chi nell’università continua a riversare, a sue spese, le principali energie, l’impegno didattico viene osservato e valutato con attenzione demandando legittimamente al docente il suo ruolo di ricercatore in grado di far rifluire, proprio nell’attività didattica, i dubbi e le conquiste della sua ricerca. Alla luce di tali considerazioni mi preme ringraziare, in particolare, gli studenti che in questi anni hanno seguito con partecipazione le mie lezioni, testimoniando, a me stesso, che, aldilà di ogni problematica ed ogni incidente di percorso, il ruolo primario dell’Architettura rimane quello di migliorare la vita sulla Terra. Un ringraziamento particolare va ai miei collaboratori che si sono susseguiti e alternati nel corso dell’ultimo triennio, Maria Carmela Perri, che ha impaginato questo testo e mi ha validamente coadiuvato nel seguire tutti i progetti in esso contenuti, Tiziana Prescimone, Mauro Scarcella Perino e Caterina Torre. Senza il loro indispensabile apporto nessuna delle ipotesi da me formulate, compreso questo volume, si sarebbe potuta realizzare. Una specifica dedica va rivolta a Laura Thermes, instancabile maestra della mia scuola di formazione e riferimento culturale costante della mia vita intorno ai temi dell’architettura, e non solo. Le tematiche affrontate in questo testo sono, nella sua totalità, a lei ascrivibili. Senza i suoi insegnamenti, infatti, non avrei potuto immaginare queste pagine.

Sequenze didattiche. Presentazione di Roberta Albiero

RUSSO, Antonello
2012-01-01

Abstract

Definire il ruolo dell’attività didattica nell’attuale sistema universitario è un compito arduo, denso, al contempo, di semplicistiche vedute e programmatiche visioni da parte degli stessi addetti ai lavori. L’epocale momento di passaggio vede il lento diradarsi di una nebbia dettata da un repentino cambio di temperatura associato ad un appannamento nell’atmosfera culturale italiana. Secondo le recenti riforme universitarie sembra chiara la richiesta formulata ai docenti per un impegno variegato su più fronti dei quali, sicuramente, la capacità di recepire fondi sembra essere l’unica apprezzata. Ne conseguono, in alcuni punti di vista, disimpegnati segnali di disinteresse verso l’insegnamento didattico con un’apparente inutilità delle tematiche impresse. Si aggiunge la mancata considerazione, normata ormai per legge, verso quelle pubblicazioni che, come questa, raccolgono nei singoli progetti degli studenti i dati di una ricerca sul metodo che caratterizza il percorso di studio e l’attualità di una scuola d’insegnamento. Nel “paese della politica” (così usa definire l’Italia il personaggio principale di L’eleganza è frigida, racconto di Goffredo Parise edito, per la prima volta, nel 1982) la classe docente universitaria sembra, suo malgrado, subire il dominio dei numeri, affannata alla rincorsa di nuovi e sempre cangianti strumenti per la misurazione di un suo discutibile e aleatorio parametro di efficienza. Eppure, da parte degli studenti e anche di chi nell’università continua a riversare, a sue spese, le principali energie, l’impegno didattico viene osservato e valutato con attenzione demandando legittimamente al docente il suo ruolo di ricercatore in grado di far rifluire, proprio nell’attività didattica, i dubbi e le conquiste della sua ricerca. Alla luce di tali considerazioni mi preme ringraziare, in particolare, gli studenti che in questi anni hanno seguito con partecipazione le mie lezioni, testimoniando, a me stesso, che, aldilà di ogni problematica ed ogni incidente di percorso, il ruolo primario dell’Architettura rimane quello di migliorare la vita sulla Terra. Un ringraziamento particolare va ai miei collaboratori che si sono susseguiti e alternati nel corso dell’ultimo triennio, Maria Carmela Perri, che ha impaginato questo testo e mi ha validamente coadiuvato nel seguire tutti i progetti in esso contenuti, Tiziana Prescimone, Mauro Scarcella Perino e Caterina Torre. Senza il loro indispensabile apporto nessuna delle ipotesi da me formulate, compreso questo volume, si sarebbe potuta realizzare. Una specifica dedica va rivolta a Laura Thermes, instancabile maestra della mia scuola di formazione e riferimento culturale costante della mia vita intorno ai temi dell’architettura, e non solo. Le tematiche affrontate in questo testo sono, nella sua totalità, a lei ascrivibili. Senza i suoi insegnamenti, infatti, non avrei potuto immaginare queste pagine.
2012
978-88-6494-105-9
progetto; ricerca; didattica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20776
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