La ricerca di molecole naturali prodotte dalle piante da utilizzare in un’agricoltura sostenibile come bio erbicidi, maggiormente specifici e meno dannosi di quelli di sintesi, ha suscitato recentemente un grande interesse. In tale ottica, gli studi in campo allelopatico possono rappresentare un valido strumento di ricerca per l’individuazione di nuove molecole. Nel presente lavoro, quattro specie spontanee appartenenti alla flora Mediterranea, quali Calamintha nepeta (L.) Savi, Hypericum hircinum (L.) ssp. Majus (Aiton) Robson, Artemisia arborescens (L.) ed Euphorbia rigida Bieb, note per la loro potenzialità allelopatica, sono state studiate per il loro effetto su tre specie infestanti delle più comuni colture agrarie (Chenopodium album (L.), Sinapis alba (L.) ed Echinochloa crus-galli (L.)). Inoltre, sempre sugli estratti acquosi è sta valutata la persistenza e stabilità della loro fitotossicità su semi e plantule pregerminate di lattuga. Infine, sulle polveri ottenute dalla parte aerea delle piante sono stati valutati, in esperimenti in vaso, gli effetti fitotossici su piante adulte di lattuga. I risultati ottenuti dimostrano che gli estratti acquosi inibiscono fortemente sia il processo germinativo che di accrescimento radicale delle piante infestanti. Tra queste C. album e S. alba sono risultate altamente sensibili a tutti gli estratti acquosi saggiati, mentre E. crus-galli si è dimostrata la specie infestante maggiormente tollerante. L’apparato radicale è risultato più sensibile agli allelochimici contenuti negli estratti acquosi rispetto al processo germinativo. I risultati sulla persistenza e stabilità hanno evidenziato che gli estratti mantenevano la loro attività fitotossicità dopo 112 giorni di conservazione a 4 °C. Infine, i residui vegetali di tutte e quattro le specie hanno causato una forte inibizione dell’accrescimento delle piante adulte di lattuga, determinando una maggiore inibizione sulla parte aerea rispetto all’apparato radicale. I risultati ottenuti hanno permesso di stabilire la seguente gerarchia fitotossica con: A. arborescens> E. rigida> C. Nepeta ≈ H. hircinum. Sono in corso ulteriori studi per isolare, identificare e caratterizzare gli allelochimici responsabili di tali effetti fitotossici.

SPECIE SPONTANEE MEDITERRANEE QUALI FONTI DI ALLELOCHIMICI DA UTILIZZARE COME POTENZIALE DI BIO-ERBICIDI

Araniti F;Lupini A;SORGONA', Agostino;
2011-01-01

Abstract

La ricerca di molecole naturali prodotte dalle piante da utilizzare in un’agricoltura sostenibile come bio erbicidi, maggiormente specifici e meno dannosi di quelli di sintesi, ha suscitato recentemente un grande interesse. In tale ottica, gli studi in campo allelopatico possono rappresentare un valido strumento di ricerca per l’individuazione di nuove molecole. Nel presente lavoro, quattro specie spontanee appartenenti alla flora Mediterranea, quali Calamintha nepeta (L.) Savi, Hypericum hircinum (L.) ssp. Majus (Aiton) Robson, Artemisia arborescens (L.) ed Euphorbia rigida Bieb, note per la loro potenzialità allelopatica, sono state studiate per il loro effetto su tre specie infestanti delle più comuni colture agrarie (Chenopodium album (L.), Sinapis alba (L.) ed Echinochloa crus-galli (L.)). Inoltre, sempre sugli estratti acquosi è sta valutata la persistenza e stabilità della loro fitotossicità su semi e plantule pregerminate di lattuga. Infine, sulle polveri ottenute dalla parte aerea delle piante sono stati valutati, in esperimenti in vaso, gli effetti fitotossici su piante adulte di lattuga. I risultati ottenuti dimostrano che gli estratti acquosi inibiscono fortemente sia il processo germinativo che di accrescimento radicale delle piante infestanti. Tra queste C. album e S. alba sono risultate altamente sensibili a tutti gli estratti acquosi saggiati, mentre E. crus-galli si è dimostrata la specie infestante maggiormente tollerante. L’apparato radicale è risultato più sensibile agli allelochimici contenuti negli estratti acquosi rispetto al processo germinativo. I risultati sulla persistenza e stabilità hanno evidenziato che gli estratti mantenevano la loro attività fitotossicità dopo 112 giorni di conservazione a 4 °C. Infine, i residui vegetali di tutte e quattro le specie hanno causato una forte inibizione dell’accrescimento delle piante adulte di lattuga, determinando una maggiore inibizione sulla parte aerea rispetto all’apparato radicale. I risultati ottenuti hanno permesso di stabilire la seguente gerarchia fitotossica con: A. arborescens> E. rigida> C. Nepeta ≈ H. hircinum. Sono in corso ulteriori studi per isolare, identificare e caratterizzare gli allelochimici responsabili di tali effetti fitotossici.
2011
allelochimici,; infestanti; bioerbicidi; specie spontanee
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/21313
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