I risultati del presente lavoro, fornendo utili indicazioni sullo stato di attuazione della programmazione regionale sullo sviluppo rurale nell’ambito delle strategie a sostegno della crescita e dell’occupazione che dalla stessa derivano, si collocano all’interno del più ampio dibattito sui temi dello sviluppo rurale e dei sistemi agricoli calabresi. L’attuazione delle misure di sviluppo rurale in Calabria ha messo in evidenza la necessità di calibrare in modo più consono l’efficacia della strategia complessiva dello sviluppo rurale, in termini di distribuzione delle risorse tra le diverse misure e di miglioramento del processo attuativo. Infatti, alcune inadeguatezze permangono quali quelle relative alla organizzazione e gestione delle strutture preposte alla attuazione delle misure con conseguente rallentamento nella velocità di impegno e di spesa. Nonostante i ritardi nell’avvio dell’attuazione, tuttavia, i pagamenti effettuati sono stati, comunque, sufficienti al raggiungimento della soglia di spesa necessaria a evitare il disimpegno automatico. In definitiva, le priorità individuate negli strumenti programmatici calabresi appaiono complessivamente coerenti ed adeguati a favorire un processo di crescita necessario al contesto regionale. Occorre sottolineare come sembra in parte disatteso l’intento di aiutare le aree più deboli della Regione e colmare il gap esistente in termini di disparità strutturale e socio-economica delle aree interne e collinari rispetto a quelle irrigue e di pianura. I dati esaminati mostrano, infatti, un’ inequivocabile concentrazione del flusso delle risorse verso le aree più dinamiche e sviluppate della Regione che risultano pertanto maggiormente favorite rispetto ad altre. L’analisi relativa ad un maggiore grado di dettaglio territoriale ha evidenziato la distribuzione delle istanze e dei contributi pubblici utilizzati al 31/12/2005. I dati esaminati a livello comunale sono stati, inoltre, successivamente riaggregati secondo le aree PIT della Regione Calabria. La puntuale allocazione spaziale delle informazioni ha consentito la realizzazione di carte tematiche e la conseguente visualizzazione della distribuzione dei progetti approvati e delle risorse utilizzate oltre che per Comune anche per aree PIT. Le cartine realizzate hanno mostrato la distribuzione territoriale delle istanze ammesse a finanziamento e dei contributi pubblici impegnati per le misure di sviluppo rurale della Regione. Alcune aree mostrano una maggiore capacità di intercettare le risorse rese disponibili dalla programmazione regionale ed una maggiore disponibilità agli investimenti. Si realizza pertanto un più alto flusso di risorse verso le aree più dinamiche e sviluppate della Regione (province, aree PIT, comuni) solo in parte giustificabile in rapporto al maggior numero delle aziende agricole che ricadono nelle aree che risultano maggiormente favorite. La maggiore capacità attrattiva di alcune aree, va piuttosto ricercata nelle caratteristiche degli assetti produttivi agricoli e non agricoli che si riscontrano nelle aree sub-regionali più dinamiche ed in grado di attrarre in maggiore misura le risorse rese disponibili dalla programmazione regionale, rispetto alle zone rurali più fragili e che risentono maggiormente degli svantaggi naturali, dell’invecchiamento della popolazione, dell’inadeguatezza delle infrastrutture, dei servizi.

Politiche di sviluppo rurale e strategie occupazionali negli strumenti di programmazione delle Regioni Obiettivo 1,

NICOLOSI, Agata Carmela
2008-01-01

Abstract

I risultati del presente lavoro, fornendo utili indicazioni sullo stato di attuazione della programmazione regionale sullo sviluppo rurale nell’ambito delle strategie a sostegno della crescita e dell’occupazione che dalla stessa derivano, si collocano all’interno del più ampio dibattito sui temi dello sviluppo rurale e dei sistemi agricoli calabresi. L’attuazione delle misure di sviluppo rurale in Calabria ha messo in evidenza la necessità di calibrare in modo più consono l’efficacia della strategia complessiva dello sviluppo rurale, in termini di distribuzione delle risorse tra le diverse misure e di miglioramento del processo attuativo. Infatti, alcune inadeguatezze permangono quali quelle relative alla organizzazione e gestione delle strutture preposte alla attuazione delle misure con conseguente rallentamento nella velocità di impegno e di spesa. Nonostante i ritardi nell’avvio dell’attuazione, tuttavia, i pagamenti effettuati sono stati, comunque, sufficienti al raggiungimento della soglia di spesa necessaria a evitare il disimpegno automatico. In definitiva, le priorità individuate negli strumenti programmatici calabresi appaiono complessivamente coerenti ed adeguati a favorire un processo di crescita necessario al contesto regionale. Occorre sottolineare come sembra in parte disatteso l’intento di aiutare le aree più deboli della Regione e colmare il gap esistente in termini di disparità strutturale e socio-economica delle aree interne e collinari rispetto a quelle irrigue e di pianura. I dati esaminati mostrano, infatti, un’ inequivocabile concentrazione del flusso delle risorse verso le aree più dinamiche e sviluppate della Regione che risultano pertanto maggiormente favorite rispetto ad altre. L’analisi relativa ad un maggiore grado di dettaglio territoriale ha evidenziato la distribuzione delle istanze e dei contributi pubblici utilizzati al 31/12/2005. I dati esaminati a livello comunale sono stati, inoltre, successivamente riaggregati secondo le aree PIT della Regione Calabria. La puntuale allocazione spaziale delle informazioni ha consentito la realizzazione di carte tematiche e la conseguente visualizzazione della distribuzione dei progetti approvati e delle risorse utilizzate oltre che per Comune anche per aree PIT. Le cartine realizzate hanno mostrato la distribuzione territoriale delle istanze ammesse a finanziamento e dei contributi pubblici impegnati per le misure di sviluppo rurale della Regione. Alcune aree mostrano una maggiore capacità di intercettare le risorse rese disponibili dalla programmazione regionale ed una maggiore disponibilità agli investimenti. Si realizza pertanto un più alto flusso di risorse verso le aree più dinamiche e sviluppate della Regione (province, aree PIT, comuni) solo in parte giustificabile in rapporto al maggior numero delle aziende agricole che ricadono nelle aree che risultano maggiormente favorite. La maggiore capacità attrattiva di alcune aree, va piuttosto ricercata nelle caratteristiche degli assetti produttivi agricoli e non agricoli che si riscontrano nelle aree sub-regionali più dinamiche ed in grado di attrarre in maggiore misura le risorse rese disponibili dalla programmazione regionale, rispetto alle zone rurali più fragili e che risentono maggiormente degli svantaggi naturali, dell’invecchiamento della popolazione, dell’inadeguatezza delle infrastrutture, dei servizi.
2008
978-88-568-0150-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/21689
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