In questo scritto si è posto in luce come spazio e tempo costituiscano categorie fondamentali delle analisi sull'andamento economico delle aziende che si devono saldare a costituire un’unica ed unitaria prospettiva spazio-temporale d’osservazione. Il reporting per segmenti viene incontro a questa necessità dal momento che disaggrega il sistema aziendale e la gestione sia nello spazio che nel tempo. Esso, inoltre, consente di isolare e di analizzare i legami delle parti (i sottosistemi aziendali) con il tutto (l’entità economica), anche in una prospettiva dinamica che pone in relazione il passato, il presente e il futuro. Il flusso d’informazioni che da esso scaturisce deve costituire pertanto il punto di partenza di ogni analisi volta a ricercare le determinanti della performance e del rischio aziendale.Il concetto di segmento è indefinito dal momento che la segmentazione spaziale e temporale deve essere effettuata applicando i criteri che appaiono di volta in volta più coerenti con le specifiche caratteristiche strutturali ed operative di ogni azienda e con la durata dei cicli reali e finanziari che essa attua. Questa nozione è stata declinata in due accezioni: come sottosistema della gestione costituito da processi omogenei per uno o più aspetti (segmento spaziale) e come frazione dell’esercizio annuale (segmento temporale). Dovremmo meglio dire in tre accezioni, giacché sotto il profilo della rilevazione contabile che alimenta il reporting, a ciascun segmento spazio-temporale corrisponde uno specifico sottosistema dei valori d’azienda. Il management impiega informazioni disaggregate nello spazio e nel tempo per assumere le decisioni e per esercitare il controllo di gestione. Anche gli investitori, i finanziatori e i creditori necessitano di un’informativa così disaggregata per valutare correttamente la redditività, la solvibilità e la solidità patrimoniale delle imprese e regolare così i propri rapporti con esse. Proprio per venire incontro a questo interesse generale, nel tempo sono stati emanati specifici standard contabili sull’informativa settoriale e sui cosiddetti bilanci intermedi. Nel primo capitolo, dedicato all’inquadramento teorico, si è dimostrato come la segmentazione spazio-temporale costituisca una tecnica che contribuisce ad accrescere l’efficacia delle analisi economico-finanziarie e del controllo di gestione e si sono posti in luce i vantaggi derivanti dall’adozione di un’unica “mappa” dei segmenti a valere sia per il reporting interno che per quello (per settori operativi) rivolto agli stakeholder. Nel secondo si è approfondita la tecnica della segmentazione spaziale e si sono definiti i principi generali da porre a base della definizione della “mappa” dei segmenti. Nel terzo capitolo, infine, si sono esaminati i principi contabili internazionali in materia di reporting esterno per settori operativi, anche alla luce del quadro teorico delineato nei primi due capitoli. In particolare l’esame ha assunto per oggetto i principi dell’IFRS 8, entrato in vigore il primo gennaio del 2009, che sostituiranno quelli dello IAS 14-R, applicato nel nostro paese dalle società quotate già dall’esercizio 2005. In questa parte del lavoro si sono presentati anche i risultati di un’indagine empirica sull’informativa settoriale annuale ed infrannuale resa dalle principali società e gruppi quotati con riferimento all’esercizio 2005. La ricerca ha preso in esame i bilanci consolidati e i bilanci intermedi delle 40 società e gruppi costituenti il paniere di riferimento dell’indice Standard & Poor’s/Mib, per descrivere i criteri di segmentazione impiegati e per valutare l’adeguatezza del reporting settoriale alla luce delle informazioni fornite ad integrazione degli schemi di natura contabile. L’evidenza empirica ha dimostrato che al primo anno di applicazione degli IAS/IFRS questa informativa è stata nel complesso insoddisfacente. Assai poche società hanno presentato un’analisi dell’andamento economico-finanziario dei distinti settori operativi (riportando anche gli indicatori di redditività operativa di questi segmenti) ed hanno fornito l’analisi dei rischi gravanti sui settori operativi, descrivendo adeguatamente le metodologie, gli strumenti e gli indicatori a tal fine utilizzati. Poco più della metà del campione non ha presentato un’analisi dell’andamento economico dei settori in forma comparativa con l’esercizio precedente. Si può quindi concludere che sia stata disattesa la funzione principale del reporting settoriale esterno: comunicare agli investitori (e agli stakeholder in genere) le informazioni necessarie valutare il profilo rischio/rendimento dei distinti settori operativi.

Il reporting per segmenti e l'informativa settoriale secondo l'IFRS 8

Nicolò D.
2009-01-01

Abstract

In questo scritto si è posto in luce come spazio e tempo costituiscano categorie fondamentali delle analisi sull'andamento economico delle aziende che si devono saldare a costituire un’unica ed unitaria prospettiva spazio-temporale d’osservazione. Il reporting per segmenti viene incontro a questa necessità dal momento che disaggrega il sistema aziendale e la gestione sia nello spazio che nel tempo. Esso, inoltre, consente di isolare e di analizzare i legami delle parti (i sottosistemi aziendali) con il tutto (l’entità economica), anche in una prospettiva dinamica che pone in relazione il passato, il presente e il futuro. Il flusso d’informazioni che da esso scaturisce deve costituire pertanto il punto di partenza di ogni analisi volta a ricercare le determinanti della performance e del rischio aziendale.Il concetto di segmento è indefinito dal momento che la segmentazione spaziale e temporale deve essere effettuata applicando i criteri che appaiono di volta in volta più coerenti con le specifiche caratteristiche strutturali ed operative di ogni azienda e con la durata dei cicli reali e finanziari che essa attua. Questa nozione è stata declinata in due accezioni: come sottosistema della gestione costituito da processi omogenei per uno o più aspetti (segmento spaziale) e come frazione dell’esercizio annuale (segmento temporale). Dovremmo meglio dire in tre accezioni, giacché sotto il profilo della rilevazione contabile che alimenta il reporting, a ciascun segmento spazio-temporale corrisponde uno specifico sottosistema dei valori d’azienda. Il management impiega informazioni disaggregate nello spazio e nel tempo per assumere le decisioni e per esercitare il controllo di gestione. Anche gli investitori, i finanziatori e i creditori necessitano di un’informativa così disaggregata per valutare correttamente la redditività, la solvibilità e la solidità patrimoniale delle imprese e regolare così i propri rapporti con esse. Proprio per venire incontro a questo interesse generale, nel tempo sono stati emanati specifici standard contabili sull’informativa settoriale e sui cosiddetti bilanci intermedi. Nel primo capitolo, dedicato all’inquadramento teorico, si è dimostrato come la segmentazione spazio-temporale costituisca una tecnica che contribuisce ad accrescere l’efficacia delle analisi economico-finanziarie e del controllo di gestione e si sono posti in luce i vantaggi derivanti dall’adozione di un’unica “mappa” dei segmenti a valere sia per il reporting interno che per quello (per settori operativi) rivolto agli stakeholder. Nel secondo si è approfondita la tecnica della segmentazione spaziale e si sono definiti i principi generali da porre a base della definizione della “mappa” dei segmenti. Nel terzo capitolo, infine, si sono esaminati i principi contabili internazionali in materia di reporting esterno per settori operativi, anche alla luce del quadro teorico delineato nei primi due capitoli. In particolare l’esame ha assunto per oggetto i principi dell’IFRS 8, entrato in vigore il primo gennaio del 2009, che sostituiranno quelli dello IAS 14-R, applicato nel nostro paese dalle società quotate già dall’esercizio 2005. In questa parte del lavoro si sono presentati anche i risultati di un’indagine empirica sull’informativa settoriale annuale ed infrannuale resa dalle principali società e gruppi quotati con riferimento all’esercizio 2005. La ricerca ha preso in esame i bilanci consolidati e i bilanci intermedi delle 40 società e gruppi costituenti il paniere di riferimento dell’indice Standard & Poor’s/Mib, per descrivere i criteri di segmentazione impiegati e per valutare l’adeguatezza del reporting settoriale alla luce delle informazioni fornite ad integrazione degli schemi di natura contabile. L’evidenza empirica ha dimostrato che al primo anno di applicazione degli IAS/IFRS questa informativa è stata nel complesso insoddisfacente. Assai poche società hanno presentato un’analisi dell’andamento economico-finanziario dei distinti settori operativi (riportando anche gli indicatori di redditività operativa di questi segmenti) ed hanno fornito l’analisi dei rischi gravanti sui settori operativi, descrivendo adeguatamente le metodologie, gli strumenti e gli indicatori a tal fine utilizzati. Poco più della metà del campione non ha presentato un’analisi dell’andamento economico dei settori in forma comparativa con l’esercizio precedente. Si può quindi concludere che sia stata disattesa la funzione principale del reporting settoriale esterno: comunicare agli investitori (e agli stakeholder in genere) le informazioni necessarie valutare il profilo rischio/rendimento dei distinti settori operativi.
2009
88-14-14506-7
Reporting per segmenti, IFRS 8, Bilancio di esercizio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/21937
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