L’immagine che si ha del Mediterraneo è come di un “messaggio cifrato che evoca misteriose atmosfere”. Evoca città di pietra e luoghi immaginati, dove ancorarsi, spazi di una ampiezza illimitata e questo tutto immerso in magici riti e in echi di culture che hanno costruito palazzi e piramidi di cui è colma la memoria di questo mare. Pensare ad esso è quasi naturale idealmente farsi spingere dal vento del Sahara che in questo luogo si mescola ad altri venti, e dove il deserto si mescola con l’acqua e dove la terra diventa un tutt’uno con il mare. Questi disegni raccolgono nel loro cammino e nella loro memoria, figure di città mitiche e figure in senso lato le cui ombre compaiono sullo sfondo di un orizzonte mitico che ognuno di noi ha in fondo al cuore, pensando al Mediterraneo. Ricordano terrazzamenti, giardini naturali, canali d’acqua, fiumare, muri di pietra, viottoli, trazzere, acquedotti, paesi e paesi e continui paesi e battigie e arenili e spiagge e porti e visi che fanno venire a galla tradizioni arcaiche ed antiche, e desideri di luoghi sconosciuti. Tutto è immerso in un microcosmo sospeso tra acqua e terra. Il desiderio è quello di disegnare nuove città, per nuovi racconti e per nuove storie che alimentano la nostra memoria e i nostri sguardi che diventano frammenti essenziali di un alfabeto visivo ormai del tutto dimenticato. Il luogo diventa così “un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le onde latine” . Ma anche dove tutte le onde si incontrano e si mescolano…

Eterotopie Mediterranee Disegni

GINEX, Gaetano
2012-01-01

Abstract

L’immagine che si ha del Mediterraneo è come di un “messaggio cifrato che evoca misteriose atmosfere”. Evoca città di pietra e luoghi immaginati, dove ancorarsi, spazi di una ampiezza illimitata e questo tutto immerso in magici riti e in echi di culture che hanno costruito palazzi e piramidi di cui è colma la memoria di questo mare. Pensare ad esso è quasi naturale idealmente farsi spingere dal vento del Sahara che in questo luogo si mescola ad altri venti, e dove il deserto si mescola con l’acqua e dove la terra diventa un tutt’uno con il mare. Questi disegni raccolgono nel loro cammino e nella loro memoria, figure di città mitiche e figure in senso lato le cui ombre compaiono sullo sfondo di un orizzonte mitico che ognuno di noi ha in fondo al cuore, pensando al Mediterraneo. Ricordano terrazzamenti, giardini naturali, canali d’acqua, fiumare, muri di pietra, viottoli, trazzere, acquedotti, paesi e paesi e continui paesi e battigie e arenili e spiagge e porti e visi che fanno venire a galla tradizioni arcaiche ed antiche, e desideri di luoghi sconosciuti. Tutto è immerso in un microcosmo sospeso tra acqua e terra. Il desiderio è quello di disegnare nuove città, per nuovi racconti e per nuove storie che alimentano la nostra memoria e i nostri sguardi che diventano frammenti essenziali di un alfabeto visivo ormai del tutto dimenticato. Il luogo diventa così “un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le onde latine” . Ma anche dove tutte le onde si incontrano e si mescolano…
2012
978-88-89367-68-1
Utopia; Eteroptpia; Mediterraneo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/21994
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