Sono moltissimi in Italia, circa 400 nella sola Calabria, i comuni con meno di 10.000 abitanti cui può essere attribuito l’appellativo di “centro storico minore”. A dispetto del termine “minore” che ha poco o nulla di riduttivo, si tratta di una importanti risorse, spesso dimenticate, che con crescente difficoltà attraggono finanziamenti pubblici. La logica della tutela ad ogni costo, la cultura del vincolo e della conservazione non solo hanno fallito ma verosimilmente prodotto i disastri ambientali, urbani e sociali con i quali ci confrontiamo quotidianamente. Per promuovere soluzioni di conservazione e, al tempo stesso, di sviluppo, occorre oggi un diverso approccio che sposti l'interesse dal monumento ai tessuti, dall'edificio al luogo, dal valore delle immagini a quello della fisicità, dal dominio esclusivo della storia dell'arte e del restauro a quello dell'approccio interdisciplinare e della partecipazione. In questo scenario si inquadra l’iniziativa, svolta nel marzo del 2008 a Reggio Calabria, che ha avuto valore divulgativo per ciò che concerne le cose fatte e, al contempo, valore strategico per l‘avvio di un confronto su possibili convergenze interdisciplinari e rinnovate modalità operative.
Che fine hanno fatto i Centri Storici Minori. Atti del seminario di studi / Lauria, Massimo. - (2009).
Che fine hanno fatto i Centri Storici Minori. Atti del seminario di studi
LAURIA, Massimo
2009-01-01
Abstract
Sono moltissimi in Italia, circa 400 nella sola Calabria, i comuni con meno di 10.000 abitanti cui può essere attribuito l’appellativo di “centro storico minore”. A dispetto del termine “minore” che ha poco o nulla di riduttivo, si tratta di una importanti risorse, spesso dimenticate, che con crescente difficoltà attraggono finanziamenti pubblici. La logica della tutela ad ogni costo, la cultura del vincolo e della conservazione non solo hanno fallito ma verosimilmente prodotto i disastri ambientali, urbani e sociali con i quali ci confrontiamo quotidianamente. Per promuovere soluzioni di conservazione e, al tempo stesso, di sviluppo, occorre oggi un diverso approccio che sposti l'interesse dal monumento ai tessuti, dall'edificio al luogo, dal valore delle immagini a quello della fisicità, dal dominio esclusivo della storia dell'arte e del restauro a quello dell'approccio interdisciplinare e della partecipazione. In questo scenario si inquadra l’iniziativa, svolta nel marzo del 2008 a Reggio Calabria, che ha avuto valore divulgativo per ciò che concerne le cose fatte e, al contempo, valore strategico per l‘avvio di un confronto su possibili convergenze interdisciplinari e rinnovate modalità operative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.