La fragilità dell’impianto unitario della politica di sviluppo regionale, a fronte della pluralità dei dispositivi da coordinare e dei limiti dell’organizzazione territoriale, mette in luce un fondamentale punto di debolezza nell’approccio attuale delle Regioni. Ne emerge una carenza di raccordo tra politiche, programmi e progetti, e ciò si riflette in una proliferazione degli strumenti, che finiscono col diventare prevalenti rispetto alle strategie nell’orientare la logica di scelta degli interventi.“Il profilo territoriale nella programmazione 2007-2013” ha dunque avuto l’obiettivo, da un lato, di delineare il significato politico-amministrativo della caratterizzazione territoriale della programmazione, e conseguentemente di raccogliere diversi significati che essa ha poi assunto nella fase di definizione della nuova programmazione; dall’altro, di evidenziare come tale caratterizzazione può rappresentare il perno esplicativo del successo (o insuccesso in mancanza di essa) degli esiti di atti di programmazione a livello regionale. La questione della territorializzazione della spesa – o spazializzazione, per utilizzare un termine più vicino ai documenti comunitari relativi alla configurazione dello Spazio Europeo come cornice di riferimento per il “disegno” dello sviluppo dei territori – non sembra univocamente declinata. Le questioni che rimangano aperte sono riconducibili ad una possibile declinazione della dimensione territoriale in relazione a diversi fattori che vanno dal livello amministrativo della “decisione” (in base alla classica gerarchia Europa, Stato, Regione, enti locali, che si ridisegna secondo i principi dell’integrazione verticale ed orizzontale), agli strumenti che in virtù dell’esplicitazione “modulare” o “gerarchica” dei criteri della qualità spaziale ne consentono il controllo nelle fasi di pianificazione e programmazione delle risorse.

Il Profilo Territoriale nella Programmazione 2007-2013. Regioni del Mezzogiorno a confronto

BEVILACQUA, Carmelina
;
2009-01-01

Abstract

La fragilità dell’impianto unitario della politica di sviluppo regionale, a fronte della pluralità dei dispositivi da coordinare e dei limiti dell’organizzazione territoriale, mette in luce un fondamentale punto di debolezza nell’approccio attuale delle Regioni. Ne emerge una carenza di raccordo tra politiche, programmi e progetti, e ciò si riflette in una proliferazione degli strumenti, che finiscono col diventare prevalenti rispetto alle strategie nell’orientare la logica di scelta degli interventi.“Il profilo territoriale nella programmazione 2007-2013” ha dunque avuto l’obiettivo, da un lato, di delineare il significato politico-amministrativo della caratterizzazione territoriale della programmazione, e conseguentemente di raccogliere diversi significati che essa ha poi assunto nella fase di definizione della nuova programmazione; dall’altro, di evidenziare come tale caratterizzazione può rappresentare il perno esplicativo del successo (o insuccesso in mancanza di essa) degli esiti di atti di programmazione a livello regionale. La questione della territorializzazione della spesa – o spazializzazione, per utilizzare un termine più vicino ai documenti comunitari relativi alla configurazione dello Spazio Europeo come cornice di riferimento per il “disegno” dello sviluppo dei territori – non sembra univocamente declinata. Le questioni che rimangano aperte sono riconducibili ad una possibile declinazione della dimensione territoriale in relazione a diversi fattori che vanno dal livello amministrativo della “decisione” (in base alla classica gerarchia Europa, Stato, Regione, enti locali, che si ridisegna secondo i principi dell’integrazione verticale ed orizzontale), agli strumenti che in virtù dell’esplicitazione “modulare” o “gerarchica” dei criteri della qualità spaziale ne consentono il controllo nelle fasi di pianificazione e programmazione delle risorse.
2009
Progetto territorio; Spazio europeo; programmazione 2007-2013
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