La presente ricerca ha utilizzato dosi crescenti di molibdeno con lo scopo di valutarne gli effetti su alcuni prodotti di IV gamma. Premesso che l’accumulo del molibdeno e di nitrati nelle foglie è stato per tutte le tesi in prova sempre ben al di sotto di limiti ritenuti dannosi per la salute umana, i risultati non sempre sono stati quelli attesi e le tre specie in esame si sono distinte per un diverso comportamento in termini di accumulo di Mo, di produzione e di qualità del prodotto ottenuto. In particolare, per la lattuga la dose ottimale che consente buoni esiti produttivi e qualitativi (in termini di parametri colorimetrici e modesto contenuto in nitrato) sembra essere quella tradizionalmente suggerita di 0.5 μmol/l, sebbene con dosi più alte aumenta considerevolmente il contenuto in vitamina C. Nel caso dell’indivia liscia, i risultati sono stati più evidenti: la dose ottimale per ottenere la massima produzione corrisponde a 1.5 μmol/l di molibdeno mentre dosi crescenti determinano considerevoli miglioramenti qualitativi in termini di più elevato contenuto in acido ascorbico, residuo secco rifrattometrico e vitamina C e di minore contenuto in nitrato. Gli effetti del molibdeno sull’indivia riccia sono stati meno pronunciati ma significativi per alcuni parametri qualitativi: all’aumentare della dose aumenta infatti l’acidità titolabile ed la vitamina C, migliora il residuo secco rifrattometrico e tende a ridursi il contenuto in nitrato.
Effetto del molibdeno su Lattuga, Invida liscia e Invidia riccia in floating system / Moncada, Alessandra; Miceli, Alessandro; Vetrano, Filippo; Badagliacca, Giuseppe; D'Anna, Fabio. - (2012), pp. 134-137. (Intervento presentato al convegno X Convegno AISSA La valorizzazione del territorio agrario e il controllo del degrado del suolo tenutosi a Palermo nel 28-29 novembre 2012).
Effetto del molibdeno su Lattuga, Invida liscia e Invidia riccia in floating system
BADAGLIACCA, Giuseppe;
2012-01-01
Abstract
La presente ricerca ha utilizzato dosi crescenti di molibdeno con lo scopo di valutarne gli effetti su alcuni prodotti di IV gamma. Premesso che l’accumulo del molibdeno e di nitrati nelle foglie è stato per tutte le tesi in prova sempre ben al di sotto di limiti ritenuti dannosi per la salute umana, i risultati non sempre sono stati quelli attesi e le tre specie in esame si sono distinte per un diverso comportamento in termini di accumulo di Mo, di produzione e di qualità del prodotto ottenuto. In particolare, per la lattuga la dose ottimale che consente buoni esiti produttivi e qualitativi (in termini di parametri colorimetrici e modesto contenuto in nitrato) sembra essere quella tradizionalmente suggerita di 0.5 μmol/l, sebbene con dosi più alte aumenta considerevolmente il contenuto in vitamina C. Nel caso dell’indivia liscia, i risultati sono stati più evidenti: la dose ottimale per ottenere la massima produzione corrisponde a 1.5 μmol/l di molibdeno mentre dosi crescenti determinano considerevoli miglioramenti qualitativi in termini di più elevato contenuto in acido ascorbico, residuo secco rifrattometrico e vitamina C e di minore contenuto in nitrato. Gli effetti del molibdeno sull’indivia riccia sono stati meno pronunciati ma significativi per alcuni parametri qualitativi: all’aumentare della dose aumenta infatti l’acidità titolabile ed la vitamina C, migliora il residuo secco rifrattometrico e tende a ridursi il contenuto in nitrato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.