L’urbanistica è disciplina che legge il passato ed il presente per ipotizzare scenari a medio e lungo periodo, con esiti da valutare nel tempo, baasata fino ad un recente passato sugli andamenti storici, cosa questa che per molti aspetti oggi non è possibile data la novità delle condizioni demografiche, sociali, economiche. Considerando il territorio come bene pubblico, se non comune, e con amministrazioni centrali e locali attrezzate culturalmente e tecicamente. Certamente in gran parte d’Italia ciò non corrisponde alle condizioni in cui sono Stato, Regioni, Provincie e Comuni. Con il grave vulnus legato all’antica questione della prevalenza del diritto edilizio privato sul pubblico. Frutto di tale visione è il devastante consumo di suolo che si è avuto soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni ’70, illegale e poi sempre più legale. Si sono realizzate ovunque, sparse, costruzioni per residenze, fabbriche, servizi, e strade per raggiungerle: un’abbinata di sviluppo economico tra industria edilizia e quella dell’automobile. Ciò ha portato ad un uso dello spazio, a modalità dell’abitare, sempre più individuale e diffuso, insostenibile. Componenti della insostenibilità che partecipano al necessario superamento della città industriale che si è costruita in oltre tre secoli ed i cui limiti, visti in modo complesso e non più settoriale, sono stati resi evidenti nel 1972 con il noto The Limits to Growth. Il paper quindi sintetizza perché siamo arrivati a questa grave situazione, sottolineando le particolari condizioni dell’Italia, e fornisce alcune indicazioni per costruire una strategia integrata ecologica multiscalare..
Resilienza come esito di politiche basate su un approccio ecologico integrato / Aragona, Stefano. - (2020), pp. 1745-1751.
Resilienza come esito di politiche basate su un approccio ecologico integrato
Stefano Aragona
2020-01-01
Abstract
L’urbanistica è disciplina che legge il passato ed il presente per ipotizzare scenari a medio e lungo periodo, con esiti da valutare nel tempo, baasata fino ad un recente passato sugli andamenti storici, cosa questa che per molti aspetti oggi non è possibile data la novità delle condizioni demografiche, sociali, economiche. Considerando il territorio come bene pubblico, se non comune, e con amministrazioni centrali e locali attrezzate culturalmente e tecicamente. Certamente in gran parte d’Italia ciò non corrisponde alle condizioni in cui sono Stato, Regioni, Provincie e Comuni. Con il grave vulnus legato all’antica questione della prevalenza del diritto edilizio privato sul pubblico. Frutto di tale visione è il devastante consumo di suolo che si è avuto soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni ’70, illegale e poi sempre più legale. Si sono realizzate ovunque, sparse, costruzioni per residenze, fabbriche, servizi, e strade per raggiungerle: un’abbinata di sviluppo economico tra industria edilizia e quella dell’automobile. Ciò ha portato ad un uso dello spazio, a modalità dell’abitare, sempre più individuale e diffuso, insostenibile. Componenti della insostenibilità che partecipano al necessario superamento della città industriale che si è costruita in oltre tre secoli ed i cui limiti, visti in modo complesso e non più settoriale, sono stati resi evidenti nel 1972 con il noto The Limits to Growth. Il paper quindi sintetizza perché siamo arrivati a questa grave situazione, sottolineando le particolari condizioni dell’Italia, e fornisce alcune indicazioni per costruire una strategia integrata ecologica multiscalare..File | Dimensione | Formato | |
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