Per un inquadramento della responsabilità da cose in custodia. Invariante e portata generale della fattispecie di cui all’art. 2051 c.c.

This research aims to understand the nature and the fundamental interest linked to the imputation of the cost of liability deriving from things in custody (according to article 2051 od the italian civil code). It tries to provide a suitable hermeneutic key to frame the case in a consistent theoretically, practically and satisfactory way, avoiding the largest number of uncertainties and contradictions.The proposal research starts with an analysis of the case, which highlights the possible hermeneutic variables and the different directions of the elements. It continues with a historical focus aimed to identifying the moment of genesis of the case in Roman law. The study of French and German comparative legal systems offers then the peculiar legal identification of the “caretaker” who takes a practical advantage from the thing, having the same "freedom to act" as a manifestation of the governance and control power. It carries on with an analysis of recent decisions by our italian Courts, where we can observe the birth of the figure of “strict/objective liability” based on the causal link between thing and damage of the norm, without relevance for the conduct of the caretaker. From the results obtained, it finally proposes the thesis of an "invariant element" of the case: the relationship between “exercisable activities” (based on the practical action) and “practical adavantage”( direct or indirect enjoyment) on the thing. The attribution of responsibility is configured so objectively, as cost of the freedom to act. The other cases about damage from "things" in our law system and the analysis of the application data on the public guardian are evidences which underline the validity of the thesis. The final outcome of the research is the characterization of our art. 2051 cc: it, as general and residual norm, allowes a systemic closing for the damages caused by non relevant human facts, which are and not involved by hypotheses already typed.

La presente ricerca è finalizzata cogliere la natura e l’interesse fondamentale sotteso all’imputazione del costo della responsabilità da cose in custodia di cui all’art. 2051 c.c., cercando di fornire una chiave ermeneutica idonea ad inquadrare la fattispecie in maniera teoricamente coerente e praticamente soddisfacente, evitando il maggior numero di incertezze e contraddizioni. L’indagine prende avvio da una analisi della fattispecie, di cui vengono evidenziate le variabili ermeneutiche possibili e la non univocità nella stessa qualificazione degli elementi costitutivi. Prosegue con un focus di carattere storico volto all’individuazione del momento di genesi della fattispecie nel diritto romano. Dallo studio comparatistico degli ordinamenti francese e tedesco si ricava poi la peculiare individuazione giuridica del custode in chi trae un vantaggio pratico dalla cosa, avendo sulla stessa la “libertà di agire” come estrinsecazione del potere di governo e controllo. Segue un’analisi della giurisprudenza di legittimità degli ultimi decenni, in cui si rappresenta la recente emersione come ipotesi di responsabilità oggettiva basata sul nesso causale tra cosa e danno della norma, senza rilevanza della condotta del custode. Sulla base dei risultati acquisiti, viene infine proposta la tesi dell’esistenza di un “elemento invariante” della fattispecie: il binomio attività esercitabile (in virtù del potere di fatto)-vantaggio pratico (godimento, diretto o indiretto) sulla cosa. L’imputazione della responsabilità si configura allora oggettivamente, come costo della libertà di agire. La lettura sinottica delle altre ipotesi di danni da “cose” presenti nell’ordinamento e l’analisi del dato applicativo sul custode pubblico costituiscono prova di conferma della validità della tesi sostenuta. Quale esito ultimo della ricerca emerge, da ultimo, la caratterizzazione dell’art. 2051 c.c. come norma a portata generale e residuale, che consente una chiusura sistemica per il risarcimento dei danni provocati da fatti non umani giuridicamente rilevanti e non rientranti in ipotesi già tipizzate.