Il conflitto tra paganesimo e cristianesimo rappresenta uno dei temi più affascinanti ed al tempo stesso più complessi della storia del diritto romano. La difficile convivenza tra pagani e cristiani, registratasi tra il II ed il IV secolo, ha suscitato l’interesse di molti studiosi, i quali si sono adoperati nel ricercare le cause che realmente spinsero i romani a perseguire processualmente coloro che professavano il culto cristiano. Le tesi elaborate al riguardo sono state diverse (se ne darà conto nel corso del presente lavoro), ma quella maggiormente sostenuta e fondata testimonia che i cristiani vennero processati e condannati a morte per il loro rifiuto di compiere sacrifici agli dei. Dai vari documenti inerenti ai processi contra Christianos si evince la presunzione dei processati di affermare il proprio credo religioso e, soprattutto, la convinzione di adorare e riconoscere un solo Dio. Essi, infatti, preferirono confessare di essere cristiani, nonostante la consapevolezza dell’imminente condanna a morte, piuttosto che negare di essere seguaci di Cristo ed ottenere il proscioglimento. Il cristianesimo, nonostante le aspre e sanguinose persecuzioni, si dimostrò più forte dell’impero romano: quest’ultimo, infatti, finì in Occidente – secondo la data convenzionale – nel 476 d.C.1; la religione cristiana, invece, resistette nel tempo divenendo fin dal IV secolo religione di Stato. È doveroso precisare, tuttavia, che la causa della sopravvivenza del cristianesimo risiede nell’assenza di processi di massa contro i cristiani. In molte regioni dell’Impero, infatti, i governatori non si preoccuparono di perseguire i fedeli di Cristo e Traiano – com’è noto dal suo rescritto a Plinio nel 112 circa – vietò che si ricercassero per iniziativa del magistrato o del funzionario senza che vi fosse una denuncia, ed anche in presenza di una denuncia anonima. Ciò probabilmente indusse i cristiani a migrare verso i territori non avversi al credo cristiano e consentì la diffusione del cristianesimo.

Il conflitto tra paganesimo e cristianesimo tra Traiano e Adriano / Sapone, Stefano. - (2015 Apr 22).

Il conflitto tra paganesimo e cristianesimo tra Traiano e Adriano

2015-04-22

Abstract

Il conflitto tra paganesimo e cristianesimo rappresenta uno dei temi più affascinanti ed al tempo stesso più complessi della storia del diritto romano. La difficile convivenza tra pagani e cristiani, registratasi tra il II ed il IV secolo, ha suscitato l’interesse di molti studiosi, i quali si sono adoperati nel ricercare le cause che realmente spinsero i romani a perseguire processualmente coloro che professavano il culto cristiano. Le tesi elaborate al riguardo sono state diverse (se ne darà conto nel corso del presente lavoro), ma quella maggiormente sostenuta e fondata testimonia che i cristiani vennero processati e condannati a morte per il loro rifiuto di compiere sacrifici agli dei. Dai vari documenti inerenti ai processi contra Christianos si evince la presunzione dei processati di affermare il proprio credo religioso e, soprattutto, la convinzione di adorare e riconoscere un solo Dio. Essi, infatti, preferirono confessare di essere cristiani, nonostante la consapevolezza dell’imminente condanna a morte, piuttosto che negare di essere seguaci di Cristo ed ottenere il proscioglimento. Il cristianesimo, nonostante le aspre e sanguinose persecuzioni, si dimostrò più forte dell’impero romano: quest’ultimo, infatti, finì in Occidente – secondo la data convenzionale – nel 476 d.C.1; la religione cristiana, invece, resistette nel tempo divenendo fin dal IV secolo religione di Stato. È doveroso precisare, tuttavia, che la causa della sopravvivenza del cristianesimo risiede nell’assenza di processi di massa contro i cristiani. In molte regioni dell’Impero, infatti, i governatori non si preoccuparono di perseguire i fedeli di Cristo e Traiano – com’è noto dal suo rescritto a Plinio nel 112 circa – vietò che si ricercassero per iniziativa del magistrato o del funzionario senza che vi fosse una denuncia, ed anche in presenza di una denuncia anonima. Ciò probabilmente indusse i cristiani a migrare verso i territori non avversi al credo cristiano e consentì la diffusione del cristianesimo.
22-apr-2015
Settore IUS/18 - DIRITTO ROMANO E DIRITTI DELL'ANTICHITA
COSTABILE, Feliciantonio
COSTABILE, Feliciantonio
Doctoral Thesis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/63561
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