Architettura e rappresentazione postfotografica del superluogo: lo spazio ferroviario contemporaneo

The research study sets out to throw light on two important questions related to the contemporary Superplaces: the lack of their specific modality of representation, and the limitation of indications in relation to their spatial composition and organization. The choice of the railway station as a field of investigation was dictated by the fact that these architectural entities, characterized by a trans-typological essence and very considerable spatial dimensions, possess particular conditions of contemporary urban spatiality that make them eligible for consideration as true Superplaces. In the first part of the thesis, the preface will briefly describe contemporary global and European contexts where infrastructures are the principal protagonists of interactions between political, economic, and social powers, transforming the city into a complex of networks. Following on from this, the study examines 40 railway terminals that have marked the historical and architectural path of the building-station, and—after analyzing their role and their current urban status—it focuses on analysis of five of the most important European contemporary railway nodes. The selected stations are analyzed through a comparison of eight parameters and verified in their spatial essence through a Post-Photographic experiment influenced by the photographic and pictorial work of the English artist David Hockney. The intent was thus to try to obtain certain images (called Post-photographic Composition) that express the conceptual and visual paradigm of the new contemporary spatiality: a homogeneous succession of visual sequences in which the characters of movement, perception, and time become crucial for the knowledge and spatial interpretation of such architectures. The study also highlights today’s relationship between architectural image, the Internet, and social media, endeavoring to show which elements of these spaces are able to overcome our common perceptive filter and thereby move into mass visual memory—or, on the contrary, which areas are denied acknowledgement because they are missing from or beyond the camera's digital eye. The data of this analysis have been cataloged in the Postphotographic Taxonomy section – based on Leon Battista Alberti's canonical staging of architectural design, proposed in the First Book of his De re aedificatoria (On the Art of Building) - with the goal of re-establishing the collective, aesthetic perception of such spaces in a more articulated and visually evident manner. Finally, in the wake of an intuition from the Dutch architect Rem Koolhaas, attempts have been made to verify if and how the Post-photographic Composition can be used as a visual device containing characters and elements that can help the compositional exploration of such spaces. In this way, certain techniques have been outlined that, because they are purely qualitative and compositional suggestions, help to stimulate reflections around the theme of the spatial organization of all those atopic buildings catalogued under the label "Superplaces."

La ricerca muove dal tentativo di far luce su due problematiche inerenti i cosiddetti Superluoghi contemporanei: la mancanza di una loro specifica modalità di rappresentazione e la limitatezza di indicazioni in relazione alla loro composizione e organizzazione spaziale. In particolare, la scelta della stazione ferroviaria come campo di indagine è stata dettata dal fatto che tali entità architettoniche, caratterizzate da un’essenza trans-tipologica e da una dimensione spaziale molto rilevante, possiedono alcune particolari condizioni della spazialità urbana contemporanea che fanno si che esse possono essere considerate dei veri e propri Superluoghi. Nella prima parte la premessa ha analizzato brevemente il contesto globale ed europeo odierno che vede le reti infrastrutturali ergersi al ruolo di protagonista dell’interazione tra potenze politiche, sociali ed economiche, trasformando la città in un complesso di reti. A seguire la ricerca ha esaminato 40 terminal ferroviari che hanno contrassegnato il percorso storico e architettonico dell’edificio-stazione e, dopo averne analizzato il ruolo e l’odierno status urbano, si è soffermata sull’analisi di 5 dei più importanti nodi ferroviari europei contemporanei. Le stazioni selezionate sono state analizzate attraverso il raffronto tra 8 parametri e verificate nella loro essenza spaziale attraverso una sperimentazione Postfotografica influenzata dal lavoro fotografico e pittorico dell’artista inglese David Hockney. L’intento è stato quindi quello di provare ad ottenere delle immagini (chiamate nel contesto della ricerca Composizioni Postfotografiche) che provassero ad esprimere il paradigma concettuale e visivo della nuova spazialità contemporanea: una successione omogenea di brani visivi in cui i caratteri del movimento, della percezione e del tempo divengono determinanti per la conoscenza e l’interpretazione spaziale di tali architetture. La ricerca ha inoltre evidenziato qual è oggi la relazione tra immagine architettonica, internet e social media, cercando di mostrare quali sono le parti di queste architetture che riescono a superare il nostro filtro percettivo - per essere così trasferite in un luogo virtuale destinato ad ospitare l’effimera memoria collettiva - e quali sono invece le zone che si negano alla conoscenza perché non viste dall’occhio digitale della fotocamera. I dati di tale analisi sono stati catalogati nella sezione Postphotographic Taxonomy - basata sulla canonica articolazione dell’edificio architettonico proposta da Leon Battista Alberti nel Libro Primo del De Re Aedificatoria - che tenta di restituire in maniera visivamente immediata e più articolata la percezione collettiva ed estetica di tali spazi. Infine, sulla base di una intuizione di Rem Koolhaas, si è tentato di capire se e come le Composizioni Postfotografiche possano essere utilizzate come strumento visivo dal quale desumere caratteri ed elementi che possano aiutare nell’esplorazione compositiva di tali spazi. Sono state così delineate delle Tecniche esplorative che, proponendo suggestioni puramente qualitativo-compositive, aiutino a stimolare delle riflessioni attorno al tema dell’organizzazione spaziale di tutti quegli edifici a-topici catalogati con l’etichetta di “superluogo”.