Floating cities. Una visione dei transiti nel Mediterraneo

The theme of the research focuses on the study of the floating city and on the identification of the criteria of spatial, functional and modular flexibility which seeks to present the latter with respect to the environmental conditions in which it is located. The thesis is divided into two parts, one of a theoretical nature and the other of an experimental-design nature. The first part elaborates a theoretical apparatus in which a possible origin of the floating city in the forms of settlement of the water of the city of Venice and the village of Ganvié is hypothesized and, in the same, its image is outlined as an expression of the utopias of the avant-garde movement describing its origin both from a conceptual and a formal-settlement point of view. Furthermore, the research work finds in Buckminister's radical reflections and plans. Among the examples of floating cities analyzed, a permanent element can be found, such as that of flexibility on a functional level. This characteristic - consequent to the principles of standardization and homologation - has the peculiarity of defining a specificity of posthumous use to the design, opposing the canonical design process. In fact, being structured as modular aggregations, these offer a functional transversality that will allow differentiated uses - residential, infrastructural or other - and unlike the initial models, they will be ductile on the technological-architectural level and, above all, flexible with respect to their location. Based on the latter reflection, combined with the aforementioned principle of flexibility, the research hypothesizes the location of a floating city in the Mediterranean context and, more specifically, in the Sicilian Channel. Within this framework, the thesis proposes the prototype of the floating city - as a temporary, self-sufficient and aggregable structure - as a potential architectural solution to social and environmental problems such as crossing - seen in terms of migration - in the Sicilian canal or the possible dynamics related to the rise of the waters, the decrease of the coasts and the absence of building land. The theoretical part ends by defining the floating city as an achievable utopia. The second part of the research, with an experimental-design character, summarizes and re-elaborates - through four progressive phases - the evaluation and design criteria of the floating cities. In the first phase, a comparison is made between some different floating city models in relation to the founding elements previously identified: settlement unit, module and border. In the second, instead, we proceed to the identification of the technical, functional, logistical and social criteria to which the floating cities must respond. Subsequently - by tackling the foundational theme of standardization - a standard module is determined. Finally, the fourth and final phase sees the application of the postulates assumed in the design verification of a floating settlement, called The Puzzle City. The development of this settlement system tends to subvert the self-referentiality of current models that have increasingly moved away from the utopia of the urbis shape and from the forms proper to architecture.

Il tema di ricerca verte sullo studio della floating city e sull’individuazione dei criteri di flessibilità spaziale, funzionale e modulare che quest’ultima presenta rispetto alle condizioni ambientali in cui si colloca. La tesi si articola in due parti, una di natura teorica e l’altra di carattere sperimentale-progettuale. La prima parte elabora un apparato teorico in cui si ipotizza una possibile origine della città galleggiante nelle forme di insediamento d’acqua della città di Venezia e del villaggio di Ganvié e, nella stessa, se ne delinea l’immagine come espressione delle utopie del movimento avanguardista descrivendone l’origine sia dal punto di vista concettuale e sia da quello formale-insediativo. Inoltre, il lavoro di ricerca ritrova nelle riflessioni e nei progetti radicali di Buckminister Füller non solo quel criterio di modularità riproposto dalla contemporanea floating city ma, anche, una attualissima interpretazione del concetto di collettività formulato attraverso codici abitativi ritenuti universali. Tra gli esempi di città galleggianti analizzate si rintraccia un elemento permanente, quale quello della flessibilità sul piano funzionale. Questa caratteristica - conseguente ai principi di standardizzazione e omologazione - ha la peculiarità di definire una specificità di utilizzo postuma alla progettazione contrapponendosi al canonico iter progettuale. Nell’essere strutturate come aggregazioni modulari queste, infatti, propongono una trasversalità funzionale che consentirà usi differenziati – residenziale, infrastrutturale o altro – e a differenza dei modelli iniziali si presenteranno duttili sul piano tecnologico-architettonico e, soprattutto, flessibili rispetto alla loro collocazione. Sulla scorta di quest’ultima riflessione, unita al principio di flessibilità citato, la ricerca ipotizza la collocazione di una città galleggiante nel contesto mediterraneo e, più specificatamente, nel Canale di Sicilia. All’interno di questo quadro la tesi propone il prototipo della città galleggiante - in quanto struttura temporanea, autosufficiente e aggregabile - come potenziale risoluzione architettonica alle problematiche di natura sociale e ambientale quali l’attraversamento - visto in termini di migrazione - nel canale di Sicilia o le possibili dinamiche legate all’innalzamento delle acque, alla diminuzione delle coste e all’assenza di suolo edificabile. La parte teorica termina definendo la floating city come una utopia realizzabile. La seconda parte della ricerca, dal carattere sperimentale-progettuale, riassume e rielabora - attraverso quattro fasi progressive - i criteri di valutazione e di progettazione delle floating cities. Nella prima fase si opera il confronto tra alcuni differenti modelli di città galleggianti relativamente agli elementi fondativi precedentemente individuati: unità insediativa, modulo e bordo. Nella seconda, invece si procede alla individuazione dei criteri tecnici, funzionali, logistici e sociali a cui le floating cities devono rispondere. Successivamente - affrontando il tema fondativo della standardizzazione - si determina un modulo tipo. La quarta e ultima fase, infine, vede l’applicazione dei postulati assunti nella verifica progettuale di un insediamento galleggiante, detto The Puzzle City. La messa a punto di tale sistema insediativo, tende a sovvertire l’autoreferenzialità dei modelli attuali che si sono sempre più allontanati dalla utopia della forma urbis e dalle forme proprie dell’architettura.