La Fiaba, la Natura, la Matria. Pensare la decrescita con i Grimm

Il volume è frutto di una ricerca biennale in Germania, presso la Biblioteca dei Grimm a Kassel e all'Università di Marburgo e perciò contiene numerosi scritti dei due fratelli non ancora tradotti e pubblicati in italiano.Si tratta di una ricostruzione storica sugli interessi scientifici di Jakob e Wilhelm Grimm ma anche sulla Sehnsucht complessiva del Movimento romantico che porterà al grande interesse per la raccolta dei Marchen popolari, legati prima ad un riscatto del popolo tedesco, poi di tutti i popoli asserviti. L'emancipazione civile che è implicita proposta di quelle fiabe, procede di pari passo con una proposta pedagogica, con una pedagogia della liberazione e della speranza per tutti coloro che sono in condizione fisica, sociale o psicologica svantaggiata. La fiaba è veicolo di un messaggio egualitario, tanto più potente in quanto affidato all'immaginario, al fondo oscuro della nostra originaria sensibilità di esseri viventi, indissolubilmente legati a tutte le forme di vita. Nel suo universo fantastico tutte le creature si ritrovano uguali, parlano gli animali, ma anche le piante, le pietre, il fuoco, l'acqua, e tutte egualmente soffrono, gioiscono, piangono. Nell'eversivo universo della narrazione favolistica le rigide strutture del potere vengono facilmente rovesciate dalla potenza magica della fantasia, dal desiderio popolare di emancipazione, che è alla base, è la fonte poetica del capovolgimento ricorrente dell'ordine reale. Un ordine che non si ha la forza materiale di cambiare, ma contro cui la fantasia popolare progetta e innalza altri mondi possibili .Del profondo valore educativo ed emancipatico, si accorse per primo, in Germania, Walter Benjamin, filosofo della speranza e dell'infanzia. Del loro carattere emancipatorio ed egualitario si accorse per primo Antonio Gramsci, filologo e primo traduttore in Italia , che alla fiaba affidò la sua pedagogia e la sua "paternità vivente".