Il testo raccoglie gli scritti dei componenti il comitato scientifico della Collana Internazionale di studi e progetti utopici ÈUtopia, redatti per l’occasione. Era stato chiesto agli autori di fornire un contributo attraverso un testo e un disegno che potesse esplorare uno scenario post-pandemia, prefigurando possibili vie per un futuro a venire. I contributi tra loro variegati offrono, ora, un campo di discussione tra quanti si trovano ad operare nell’incerto mare dell’arte e dell’architettura e dei suoi esiti più significativi in ambito urbano e non solo. Pur essendo tra loro, a volte, distanti nelle tesi, gli autori si ritrovano accomunati da una preoccupazione incessante sul modo di operare in campo disciplinare e in quello più direttamente progettuale. Molti, per ovvie ragioni contingentali, si sono attardati a descrivere i destini comportamentali legati all’uso di tecnologie digitalizzate, manifestando alcune preoccupazioni ma anche le loro necessità in grado di trasformare le nostre relazioni, sia in ambito didattico che relazionale. Emerge dagli scritti, in sottofondo, la necessità, visto l’opinionismo dilagante che mescola conoscenza a sentito dire, scientificità e anti scientificità, avvertita da Marc Augé - nel suo Che fine ha fatto il futuro? - di impedire la “Utopia nera, che può essere contrastata solo dall’utopia del sapere per tutti, cioè da una visione del futuro finalmente sgombra dalle illusioni veicolate dall’ideologia della globalizzazione consumista”.
Scenari postpandemia Arte Architettura Utopia / Sestito, Marcello. - 1:(2020), pp. 1-117.
Scenari postpandemia Arte Architettura Utopia
Sestito Marcello
Writing – Original Draft Preparation
2020-01-01
Abstract
Il testo raccoglie gli scritti dei componenti il comitato scientifico della Collana Internazionale di studi e progetti utopici ÈUtopia, redatti per l’occasione. Era stato chiesto agli autori di fornire un contributo attraverso un testo e un disegno che potesse esplorare uno scenario post-pandemia, prefigurando possibili vie per un futuro a venire. I contributi tra loro variegati offrono, ora, un campo di discussione tra quanti si trovano ad operare nell’incerto mare dell’arte e dell’architettura e dei suoi esiti più significativi in ambito urbano e non solo. Pur essendo tra loro, a volte, distanti nelle tesi, gli autori si ritrovano accomunati da una preoccupazione incessante sul modo di operare in campo disciplinare e in quello più direttamente progettuale. Molti, per ovvie ragioni contingentali, si sono attardati a descrivere i destini comportamentali legati all’uso di tecnologie digitalizzate, manifestando alcune preoccupazioni ma anche le loro necessità in grado di trasformare le nostre relazioni, sia in ambito didattico che relazionale. Emerge dagli scritti, in sottofondo, la necessità, visto l’opinionismo dilagante che mescola conoscenza a sentito dire, scientificità e anti scientificità, avvertita da Marc Augé - nel suo Che fine ha fatto il futuro? - di impedire la “Utopia nera, che può essere contrastata solo dall’utopia del sapere per tutti, cioè da una visione del futuro finalmente sgombra dalle illusioni veicolate dall’ideologia della globalizzazione consumista”.File | Dimensione | Formato | |
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