The safeguard of the 'cultural capital' arises from its early economical nature, from the fact that the cultural heritage, landscape, urban planning etc.. enter directly into the body of the "wealth of the nation." It is therefore a major economic interest of a country, even before the ideological approach, to protected its cultural heritage. The 'Tutor' operates in the fundamental interest of the person protected with the primary goal to preserve and enhance its property.Cultural heritage must be recognized, preserved and protected when transmitted to posterity, but they must also be disclosed, used and made available and accessible. One of the frontiers in this direction is the issue of communication of cultural heritage itself.This paper describes some experimental tools to explain and make evident the multiple interactions that ‘happen’ between that cultural good and the social, cultural, historical structure that has generated it by organizing integrated knowledge systems that can define models and interfaces that are light and comprehensive, integrating different technologies and resulting in a considerable abstraction of the contents of the database, enabling both reuse of the same data in different contexts and the ability to implement new ‘levels of depth’ without modifying the structure of the project itself, but simply expanding its content.These models can then be inserted in various contexts of communication and management: web advertising, television formats, "full immersive" environments, but can also be directly used as vessels and accumulators of knowledge, useful for that interdisciplinary cognitive process that generates the synthesis of the components that lie behind the reasons of protection and preservation, on one side, and the enhancement and an even wider enjoyment, which is necessary (and perhaps, for once, good enough) to trigger a virtuous flywheel in the management of cultural heritage.

La necessità di tutelare il ‘capitale’ culturale nasce proprio dalla natura ‘patrimoniale’ dello stesso, dal fatto che i beni culturali, paesaggistici, urbanistici ecc. entrano in modo diretto e cospicuo a formale la “ricchezza della nazione”. È quindi un primario interesse economico, prima ancora che ideologico, di un Paese tutelate il proprio patrimonio culturale. Il ‘Tutore’ opera nel fondamentale interesse della persona tutelata con lo scopo, innanzi tutto, di conservarne e valorizzarne i beni.I beni culturali devono essere riconosciuti, conservati e protetti per essere trasmessi alla posterità, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili Una delle frontiere in questa direzione è rappresentata dalla questione della comunicazione del bene culturale in quanto tale. Questo lavoro analizza alcune sperimentazioni su strumenti in grado di esplicitare e rendere evidenti le molteplici interazioni che insistono tra il bene in quanto tale e la struttura sociale, culturale, storica che lo ospita e che lo ha generato organizzando sistemi integrati di conoscenza in grado di definire modelli e interfacce che risultino leggere e complete, integrando tecnologie differenti e permettendo una notevole astrazione dei contenuti del database, rendendo possibile sia il riuso degli stessi dati in contesti differenti, sia la possibilità di implementare nuovi livelli di approfondimento senza intervenire sulla struttura del progetto, ma semplicemente estendendone i contenuti.Questi modelli possono poi essere inseriti in vari contesti comunicativi e gestionali, dai format televisivi al web advertising sino alle sperimentazioni in quelli che vengono definiti ambienti “full immersive”, ma possono anche essere direttamente utilizzati come contenitori e accumulatori di conoscenza finalizzati a quel processo fondamentalmente interdisciplinare di sintesi delle componenti conoscitive che può stare alla base di quella sintesi fra le ragioni della tutela e salvaguardia e quelle della valorizzazione/fruizione, anche allargata, che è condizione necessaria (e forse, per una volta, anche sufficiente) per innescare un volano virtuoso nella gestione del patrimonio culturale.

Comunicare il Bene Culturale. Tutela e Valorizzazione

PRAMPOLINI, Franco
2009-01-01

Abstract

The safeguard of the 'cultural capital' arises from its early economical nature, from the fact that the cultural heritage, landscape, urban planning etc.. enter directly into the body of the "wealth of the nation." It is therefore a major economic interest of a country, even before the ideological approach, to protected its cultural heritage. The 'Tutor' operates in the fundamental interest of the person protected with the primary goal to preserve and enhance its property.Cultural heritage must be recognized, preserved and protected when transmitted to posterity, but they must also be disclosed, used and made available and accessible. One of the frontiers in this direction is the issue of communication of cultural heritage itself.This paper describes some experimental tools to explain and make evident the multiple interactions that ‘happen’ between that cultural good and the social, cultural, historical structure that has generated it by organizing integrated knowledge systems that can define models and interfaces that are light and comprehensive, integrating different technologies and resulting in a considerable abstraction of the contents of the database, enabling both reuse of the same data in different contexts and the ability to implement new ‘levels of depth’ without modifying the structure of the project itself, but simply expanding its content.These models can then be inserted in various contexts of communication and management: web advertising, television formats, "full immersive" environments, but can also be directly used as vessels and accumulators of knowledge, useful for that interdisciplinary cognitive process that generates the synthesis of the components that lie behind the reasons of protection and preservation, on one side, and the enhancement and an even wider enjoyment, which is necessary (and perhaps, for once, good enough) to trigger a virtuous flywheel in the management of cultural heritage.
2009
978-88-89955-88-8
La necessità di tutelare il ‘capitale’ culturale nasce proprio dalla natura ‘patrimoniale’ dello stesso, dal fatto che i beni culturali, paesaggistici, urbanistici ecc. entrano in modo diretto e cospicuo a formale la “ricchezza della nazione”. È quindi un primario interesse economico, prima ancora che ideologico, di un Paese tutelate il proprio patrimonio culturale. Il ‘Tutore’ opera nel fondamentale interesse della persona tutelata con lo scopo, innanzi tutto, di conservarne e valorizzarne i beni.I beni culturali devono essere riconosciuti, conservati e protetti per essere trasmessi alla posterità, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili Una delle frontiere in questa direzione è rappresentata dalla questione della comunicazione del bene culturale in quanto tale. Questo lavoro analizza alcune sperimentazioni su strumenti in grado di esplicitare e rendere evidenti le molteplici interazioni che insistono tra il bene in quanto tale e la struttura sociale, culturale, storica che lo ospita e che lo ha generato organizzando sistemi integrati di conoscenza in grado di definire modelli e interfacce che risultino leggere e complete, integrando tecnologie differenti e permettendo una notevole astrazione dei contenuti del database, rendendo possibile sia il riuso degli stessi dati in contesti differenti, sia la possibilità di implementare nuovi livelli di approfondimento senza intervenire sulla struttura del progetto, ma semplicemente estendendone i contenuti.Questi modelli possono poi essere inseriti in vari contesti comunicativi e gestionali, dai format televisivi al web advertising sino alle sperimentazioni in quelli che vengono definiti ambienti “full immersive”, ma possono anche essere direttamente utilizzati come contenitori e accumulatori di conoscenza finalizzati a quel processo fondamentalmente interdisciplinare di sintesi delle componenti conoscitive che può stare alla base di quella sintesi fra le ragioni della tutela e salvaguardia e quelle della valorizzazione/fruizione, anche allargata, che è condizione necessaria (e forse, per una volta, anche sufficiente) per innescare un volano virtuoso nella gestione del patrimonio culturale.
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