The olive oil industry is widespread and complex. This industry does not only produces fruits and oil, but also environmental and landscape services. Olive trees are grown in Italy over 1.150.000 hectares concentrated in Southern and Insular regions. Apulia produces almost 50% of the entire production, followed by Calabria, Sicily and Campania. In the last 20 years Italian production has decreased by 15%, while the world production almost doubled. Income is low or zero and there are serious worries that most of the olive industry will not be able to remain viable in the near future. Strengths of the olive industry are the wide number of cultivars, the sustainability of the production process, and product quality. Italy is the first importing country and the second exporting one of virgin olive oil in the world. Imports cover about one third of internal needs and the trend is increasing. Priorities for the industry are: the increase in production, improving product quality, keeping production costs under control, reducing the environmental impact, and gaining value for the final product. All these priorities can be pursued by favouring sustainable intensification processes.

La filiera olivicolo-olearia è ampia e complessa. Oltre che olive e olio, essa fornisce altri beni e servizi, molti dei quali immateriali, tra cui quelli ambientali e paesaggistici. L’olivicoltura italiana si estende su oltre 1.150.000 ettari prevalentemente in collina e nelle regioni meridionali. Al primo posto vi è la Puglia, che da sola produce quasi il 50%, seguita da Calabria, Sicilia, Campania. La produzione nazionale negli ultimi venti anni è diminuita del 15%, mentre la produzione mondiale è raddoppiata negli ultimi 30 anni. La redditività della coltura è bassa o nulla e vi sono seri motivi di apprensione per il futuro della filiera italiana, i cui punti di forza sono la biodiversità, la sostenibilità dei processi produttivi e la qualità del prodotto. L’Italia è il principale paese importatore di olio e il secondo esportatore mondiale. Circa un terzo del fabbisogno oleario proviene dalle importazioni, che appaiono in crescita. Obiettivi prioritari per la filiera sono l’aumento della produzione, il continuo miglioramento della qualità del prodotto, il contenimento dei costi di produzione, la riduzione dell’impatto ambientale e la valorizzazione del prodotto finale, che possono essere perseguiti attraverso un processo di intensificazione sostenibile.

Intensificazione sostenibile per la filiera olivicolo-olearia: approfondimenti sulle filiere di interesse per l’ambiente mediterraneo

Benalia S.;Bernardi B.;Schena L.;Zimbalatti G.
2020-01-01

Abstract

The olive oil industry is widespread and complex. This industry does not only produces fruits and oil, but also environmental and landscape services. Olive trees are grown in Italy over 1.150.000 hectares concentrated in Southern and Insular regions. Apulia produces almost 50% of the entire production, followed by Calabria, Sicily and Campania. In the last 20 years Italian production has decreased by 15%, while the world production almost doubled. Income is low or zero and there are serious worries that most of the olive industry will not be able to remain viable in the near future. Strengths of the olive industry are the wide number of cultivars, the sustainability of the production process, and product quality. Italy is the first importing country and the second exporting one of virgin olive oil in the world. Imports cover about one third of internal needs and the trend is increasing. Priorities for the industry are: the increase in production, improving product quality, keeping production costs under control, reducing the environmental impact, and gaining value for the final product. All these priorities can be pursued by favouring sustainable intensification processes.
2020
9788894592504
La filiera olivicolo-olearia è ampia e complessa. Oltre che olive e olio, essa fornisce altri beni e servizi, molti dei quali immateriali, tra cui quelli ambientali e paesaggistici. L’olivicoltura italiana si estende su oltre 1.150.000 ettari prevalentemente in collina e nelle regioni meridionali. Al primo posto vi è la Puglia, che da sola produce quasi il 50%, seguita da Calabria, Sicilia, Campania. La produzione nazionale negli ultimi venti anni è diminuita del 15%, mentre la produzione mondiale è raddoppiata negli ultimi 30 anni. La redditività della coltura è bassa o nulla e vi sono seri motivi di apprensione per il futuro della filiera italiana, i cui punti di forza sono la biodiversità, la sostenibilità dei processi produttivi e la qualità del prodotto. L’Italia è il principale paese importatore di olio e il secondo esportatore mondiale. Circa un terzo del fabbisogno oleario proviene dalle importazioni, che appaiono in crescita. Obiettivi prioritari per la filiera sono l’aumento della produzione, il continuo miglioramento della qualità del prodotto, il contenimento dei costi di produzione, la riduzione dell’impatto ambientale e la valorizzazione del prodotto finale, che possono essere perseguiti attraverso un processo di intensificazione sostenibile.
fitofagi, frantoio, impianti olivicoli, impronta carbonica, meccanizzazione, patologie, sottoprodotti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/90085
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