Le ampie ricognizioni, e le originali rassegne fotografiche di questo lavoro, sono accompagnate da letture critico-interpretative dei processi in atto nelle due regioni di Calabria e Sicilia, dove Fabio Manfredi evidenzia e sottolinea quella valorizzazione delle vocazioni dei “luoghi in attesa di autore” quindi inespresse ma potenzialmente presenti, che attendono il progetto come significazione di identità, capace, da lí, di concedere e innescare processi di riqualificazione se non di ‘qualificazione’ di quei territori. Temi che alimentano un ripensamento della dimensione progettuale degli esterni, degli spazi residuali, negletti, di quelli vuoti o “tra” altri, ma anche delle piazze nelle nuove città di fondazione (o ri-fondazione) di centri urbani consolidati, delle strade, delle corti o dei giardini interni ad edifici istituzionali. L’intervenire nel quotidiano per costruire nuovi linguaggi espressivi, lavorare in ambienti ‘poveri’ con risposte anche minime ma efficaci, interpretare la tradizione con la sperimentazione, trovare nelle forme, nella luce, nella materia, nel dettaglio poesia e complessità. Lo sguardo con cui Fabio Manfredi visita e presenta le opere pone la questione dell’attitudine ‘moderna’ del fare paesaggio, al centro del piú ampio dibattito sul progetto contemporaneo degli ‘esterni’ della città, non solo per il meridione d’Italia – di cui si occupa direttamente – ma per la dimensione mediterranea come referente piú generale anche per dimensioni di conoscenze ed esperienze specifiche morfologiche e fenomenologiche ormai radicate nella nostra cultura.
Paesaggi che cambiano / Colafranceschi, Daniela. - (2010).
Paesaggi che cambiano
COLAFRANCESCHI, Daniela
2010-01-01
Abstract
Le ampie ricognizioni, e le originali rassegne fotografiche di questo lavoro, sono accompagnate da letture critico-interpretative dei processi in atto nelle due regioni di Calabria e Sicilia, dove Fabio Manfredi evidenzia e sottolinea quella valorizzazione delle vocazioni dei “luoghi in attesa di autore” quindi inespresse ma potenzialmente presenti, che attendono il progetto come significazione di identità, capace, da lí, di concedere e innescare processi di riqualificazione se non di ‘qualificazione’ di quei territori. Temi che alimentano un ripensamento della dimensione progettuale degli esterni, degli spazi residuali, negletti, di quelli vuoti o “tra” altri, ma anche delle piazze nelle nuove città di fondazione (o ri-fondazione) di centri urbani consolidati, delle strade, delle corti o dei giardini interni ad edifici istituzionali. L’intervenire nel quotidiano per costruire nuovi linguaggi espressivi, lavorare in ambienti ‘poveri’ con risposte anche minime ma efficaci, interpretare la tradizione con la sperimentazione, trovare nelle forme, nella luce, nella materia, nel dettaglio poesia e complessità. Lo sguardo con cui Fabio Manfredi visita e presenta le opere pone la questione dell’attitudine ‘moderna’ del fare paesaggio, al centro del piú ampio dibattito sul progetto contemporaneo degli ‘esterni’ della città, non solo per il meridione d’Italia – di cui si occupa direttamente – ma per la dimensione mediterranea come referente piú generale anche per dimensioni di conoscenze ed esperienze specifiche morfologiche e fenomenologiche ormai radicate nella nostra cultura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.