FRANCESCA MARTORANOTerritorio e città nella politica dei Carafa di Roccella e degli Spinelli di Seminara e Ricca, tra Cinque e Seicento. Il saggio, attraverso l’esame di dati editi e di documentazione d’archivio, esamina la politica urbanistica e territoriale di tre casate feudali della Calabria centro-meridionale tra XVI e XVII secolo. Si tratta dei Carafa di Castelvetere, poi principi di Roccella, degli Spinelli e dei Ricca, che si insediarono nella regione alla fine del Quattrocento. L’interesse è rivolto all’attività di fondazione di nuovi insediamenti e città. Si indagano gli intenti e gli obiettivi politici ed economici che indussero alla realizzazione, le scelte progettuali, le tipologie adottate e l’effettiva esecuzione. Due furono le città murate fondate nella metà del Cinquecento: Isola, da Giovan Antonio Ricca nel 1549, e Carlopoli, da Carlo Spinelli tra il 1559 ed il 1566. I due centri, per il tipo di impianto e per gli apparati difensivi posti in opera, mura scarpate difese da bastioni angolari, si mostrano coerenti con analoghe e coeve realizzazioni di altre aree territoriali. I Carafa, nel periodo in esame, non fondarono nel loro Stato città ma centri rurali, per il controllo e lo sfruttamento delle risorse del territorio. S. Maria delle Grazie e Campoli, edificati nel marchesato di Castelvetere, non conobbero uno sviluppo successivo, mantenendo la connotazione di casale. Si differenzia Fabrizia che, fondata ai confini dello stesso marchesato, si accrebbe notevolmente nel XVIII secolo, raddoppiando la dimensione dell’insediamento. Lo stesso si verifica a Carafa, nella contea di Bianco, dove furono anche realizzati palazzi signorili per i funzionari feudali. Tali espansioni, con gerarchia dell’edilizia, confermano l’efficacia delle scelte insediative. Per i toponimi dei nuovi centri i feudatari adottarono prevalentemente i nomi del casato o del fondatore, a voler sottolineare le capacità operative ed i mezzi economici della stirpe.
Territorio e città nella politica dei Carafa di Roccella e degli Spinelli di Seminara e Ricca, tra Cinque e Seicento / Martorano, Francesca. - (2009), pp. 227-247.
Territorio e città nella politica dei Carafa di Roccella e degli Spinelli di Seminara e Ricca, tra Cinque e Seicento
MARTORANO, Francesca
2009-01-01
Abstract
FRANCESCA MARTORANOTerritorio e città nella politica dei Carafa di Roccella e degli Spinelli di Seminara e Ricca, tra Cinque e Seicento. Il saggio, attraverso l’esame di dati editi e di documentazione d’archivio, esamina la politica urbanistica e territoriale di tre casate feudali della Calabria centro-meridionale tra XVI e XVII secolo. Si tratta dei Carafa di Castelvetere, poi principi di Roccella, degli Spinelli e dei Ricca, che si insediarono nella regione alla fine del Quattrocento. L’interesse è rivolto all’attività di fondazione di nuovi insediamenti e città. Si indagano gli intenti e gli obiettivi politici ed economici che indussero alla realizzazione, le scelte progettuali, le tipologie adottate e l’effettiva esecuzione. Due furono le città murate fondate nella metà del Cinquecento: Isola, da Giovan Antonio Ricca nel 1549, e Carlopoli, da Carlo Spinelli tra il 1559 ed il 1566. I due centri, per il tipo di impianto e per gli apparati difensivi posti in opera, mura scarpate difese da bastioni angolari, si mostrano coerenti con analoghe e coeve realizzazioni di altre aree territoriali. I Carafa, nel periodo in esame, non fondarono nel loro Stato città ma centri rurali, per il controllo e lo sfruttamento delle risorse del territorio. S. Maria delle Grazie e Campoli, edificati nel marchesato di Castelvetere, non conobbero uno sviluppo successivo, mantenendo la connotazione di casale. Si differenzia Fabrizia che, fondata ai confini dello stesso marchesato, si accrebbe notevolmente nel XVIII secolo, raddoppiando la dimensione dell’insediamento. Lo stesso si verifica a Carafa, nella contea di Bianco, dove furono anche realizzati palazzi signorili per i funzionari feudali. Tali espansioni, con gerarchia dell’edilizia, confermano l’efficacia delle scelte insediative. Per i toponimi dei nuovi centri i feudatari adottarono prevalentemente i nomi del casato o del fondatore, a voler sottolineare le capacità operative ed i mezzi economici della stirpe.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Martorano_2009_Calabria_Carafa_editor.pdf
non disponibili
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
2.37 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.37 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.