If there is a place where East and West touch, collide, and influence each other, it is the Balkan Peninsula. This diversity has often led to conflicts, hindering the visibility of artistic and architectural production on the global stage. This is due to the interpretative stereotype of the region being a political and cultural "in-between" (Mrduljash, 2012), and the perception of the Balkan Peninsula as the «semi-periphery» of an industrialized West, resulting in an underestimation of its architectural and urban uniqueness. YU_topia. Balkan architecture offers a journey through the cities of the former Yugoslavia to reflect on the modernization process that began after the Second World War. The various contributions aim to interpret the principles that continue to hold significance for contemporary cities today. In this regard, this publication serves as a tool for reevaluation and a platform for debate and in-depth analysis, particularly focusing on the architectural production of the 1960s and 1970s.

Se c’è un luogo dove l’Oriente e l’Occidente si toccano, si scontrano, si contaminano quella è la penisola balcanica. Una diversità che si è spesso tradotta in conflittualità, non favorendo la visibilità della produzione artistica e architettonica all’attenzione globale. Complice lo stereotipo interpretativo dell’«in between» (Mrduljash, 2012), politico e culturale, e la percezione della penisola balcanica come «semi-periferia» di un Occidente industrializzato, con la conseguente sottovalutazione della peculiarità architettonica e urbana. YU_topia. Balkan architecture propone un viaggio nelle città della ex Jugoslavia per riflettere sul processo di modernizzazione avviato dal secondo dopoguerra. I diversi contributi tentano un'interpretazione di quei principi che ancora oggi possono essere significativi per la città contemporanea. In questa direzione il numero intende proporsi come uno strumento di ripensamento ma anche come occasione di dibattito e approfondimento in particolare della produzione architettonica degli anni '60 e '70.

YU_topia. Balkan Architecture / Tornatora, M.; Bajkovski, B.; &, ; Amaro, O.. - In: FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA MAGAZINE. - ISSN 2039-0491. - (2023), pp. 11-21. [10.12838/fam/issn2039-0491/n64-2023/1022]

YU_topia. Balkan Architecture

Tornatora M.
;
Amaro, O.
2023-01-01

Abstract

If there is a place where East and West touch, collide, and influence each other, it is the Balkan Peninsula. This diversity has often led to conflicts, hindering the visibility of artistic and architectural production on the global stage. This is due to the interpretative stereotype of the region being a political and cultural "in-between" (Mrduljash, 2012), and the perception of the Balkan Peninsula as the «semi-periphery» of an industrialized West, resulting in an underestimation of its architectural and urban uniqueness. YU_topia. Balkan architecture offers a journey through the cities of the former Yugoslavia to reflect on the modernization process that began after the Second World War. The various contributions aim to interpret the principles that continue to hold significance for contemporary cities today. In this regard, this publication serves as a tool for reevaluation and a platform for debate and in-depth analysis, particularly focusing on the architectural production of the 1960s and 1970s.
2023
Se c’è un luogo dove l’Oriente e l’Occidente si toccano, si scontrano, si contaminano quella è la penisola balcanica. Una diversità che si è spesso tradotta in conflittualità, non favorendo la visibilità della produzione artistica e architettonica all’attenzione globale. Complice lo stereotipo interpretativo dell’«in between» (Mrduljash, 2012), politico e culturale, e la percezione della penisola balcanica come «semi-periferia» di un Occidente industrializzato, con la conseguente sottovalutazione della peculiarità architettonica e urbana. YU_topia. Balkan architecture propone un viaggio nelle città della ex Jugoslavia per riflettere sul processo di modernizzazione avviato dal secondo dopoguerra. I diversi contributi tentano un'interpretazione di quei principi che ancora oggi possono essere significativi per la città contemporanea. In questa direzione il numero intende proporsi come uno strumento di ripensamento ma anche come occasione di dibattito e approfondimento in particolare della produzione architettonica degli anni '60 e '70.
Balcani, Brutalismo, Yugoslavia,
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/141589
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