Crescita demografica, invecchiamento della popolazione, migrazioni e urbanizzazione sono individuati come i quattro megatrend demografici globali con importanti implicazioni fra loro interconnesse e legate alle principali sfide contemporanee quali il cambiamento climatico, la salvaguardia dell’ambiente, la salute con approccio One Health, la lotta alla povertà, la tutela dei diritti umani e sociali, lo sviluppo sostenibile, il perseguimento dell’obiettivo generale dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro” (UN-Department of Economic and Social Affairs, 2019). Il target 11b – relativo all’SDG “Città e comunità sostenibili” – raccomanda di “aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-2030, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli”. Poiché esso è incluso fra quelli con obiettivo 2020, è un impegno ambizioso focalizzato sulla città, la più grande invenzione dell’uomo e, al tempo stesso, organismo molto delicato, dove salute, qualità della vita e benessere dipendono dal funzionamento di un sistema che dovrebbe garantire a tutti approvvigionamenti, energia, infrastrutture e servizi, sicurezza e lavoro. La Roadmap per la ricostruzione “Per un’Europa resiliente, sostenibile e giusta”, il New Green Deal e gli obiettivi strategici della programmazione UE 2021-2027 orientano verso una transizione ecologica socialmente equa e una resilienza trasformativa/antifragilità, intesa come capacità dinamica di prepararsi ad affrontare sia gli shock improvvisi e inediti (come la pandemia da Covid-19) sia i cambiamenti già in corso in maniera non episodica e a cogliere ogni crisi come opportunità per promuovere traiettorie innovative di sviluppo e compiere un “rimbalzo in avanti” fondato sulla centralità del capitale naturale e dell’infrastruttura culturale dei territori, evitando il rischio di ripristinare lo stato ex ante che, anzi, ha contribuito in parte a determinare il problema. Alla luce del quadro fin qui delineato, si ritiene più che mai indispensabile e fondamentale il ruolo della pianificazione urbanistica nello stabilire proficue relazioni fra luoghi urbani, città, regioni, territori attraverso la gestione equilibrata delle risorse e l’attenzione alla dimensione ecologica integrale della “casa comune”, con strategie e azioni place-based e people-centred basate sulla conoscenza scientifica, sulla partecipazione e sull’innovazione nell’epoca della data revolution. In questa direzione sono già in campo significativi casi di studio ed esperienze che il contributo propone per una lettura critica.

La pianificazione urbanistica fra emergenza e futuro: politiche, strategie, scenari di innovazione oltre le crisi

Pultrone
2020-01-01

Abstract

Crescita demografica, invecchiamento della popolazione, migrazioni e urbanizzazione sono individuati come i quattro megatrend demografici globali con importanti implicazioni fra loro interconnesse e legate alle principali sfide contemporanee quali il cambiamento climatico, la salvaguardia dell’ambiente, la salute con approccio One Health, la lotta alla povertà, la tutela dei diritti umani e sociali, lo sviluppo sostenibile, il perseguimento dell’obiettivo generale dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro” (UN-Department of Economic and Social Affairs, 2019). Il target 11b – relativo all’SDG “Città e comunità sostenibili” – raccomanda di “aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il Quadro di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-2030, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli”. Poiché esso è incluso fra quelli con obiettivo 2020, è un impegno ambizioso focalizzato sulla città, la più grande invenzione dell’uomo e, al tempo stesso, organismo molto delicato, dove salute, qualità della vita e benessere dipendono dal funzionamento di un sistema che dovrebbe garantire a tutti approvvigionamenti, energia, infrastrutture e servizi, sicurezza e lavoro. La Roadmap per la ricostruzione “Per un’Europa resiliente, sostenibile e giusta”, il New Green Deal e gli obiettivi strategici della programmazione UE 2021-2027 orientano verso una transizione ecologica socialmente equa e una resilienza trasformativa/antifragilità, intesa come capacità dinamica di prepararsi ad affrontare sia gli shock improvvisi e inediti (come la pandemia da Covid-19) sia i cambiamenti già in corso in maniera non episodica e a cogliere ogni crisi come opportunità per promuovere traiettorie innovative di sviluppo e compiere un “rimbalzo in avanti” fondato sulla centralità del capitale naturale e dell’infrastruttura culturale dei territori, evitando il rischio di ripristinare lo stato ex ante che, anzi, ha contribuito in parte a determinare il problema. Alla luce del quadro fin qui delineato, si ritiene più che mai indispensabile e fondamentale il ruolo della pianificazione urbanistica nello stabilire proficue relazioni fra luoghi urbani, città, regioni, territori attraverso la gestione equilibrata delle risorse e l’attenzione alla dimensione ecologica integrale della “casa comune”, con strategie e azioni place-based e people-centred basate sulla conoscenza scientifica, sulla partecipazione e sull’innovazione nell’epoca della data revolution. In questa direzione sono già in campo significativi casi di studio ed esperienze che il contributo propone per una lettura critica.
2020
9788899237264
climate change, resilience, spatial planning
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/69218
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