Since the invention of printing, typefaces simulate the appearance of two writing procedures closely linked to manual skills: the uppercase of stone inscriptions and the lowercase of humanistic calligraphy. Typography was born with an ‘original sin’, which numerous treatise writers take care to legitimize through rigorous geometric constructions to support the graphic design of each letter. From the Renaissance to the twentieth century, the evolution of styles and printing techniques is slow, and even the figurative avant-gardes have proceeded in small steps: typographic design is a conservative art, it prefers to emulate or refine previous experiences rather than innovate. In the sixties of the twentieth century, photocomposition dematerializes the techniques of engraving and casting, inducing some designers to experiment with shapes that are easily adaptable to the row-column system. Twenty years later, the Post- Script revolution and the spread of vector software based on spline curves bring drawing fonts closer to manual skills. By hybridizing tradition and experimentation, font design opens to the countless possibilities offered by new media.

Fin dall’invenzione della stampa, i caratteri tipografici tendono a riprodurre i grafismi tipici di due procedimenti di scrittura legati alla manualità: il maiuscolo delle iscrizioni su pietra e il minuscolo della calligrafia umanistica. La tipografia nasce con un “peccato originale” che numerosi trattatisti si preoccupano di legittimare mediante rigorose costruzioni geometriche a supporto del progetto grafico di ogni lettera. Dal Rinascimento al Novecento l’evoluzione degli stili e delle tecniche di stampa è lenta, e perfino le avanguardie figurative hanno proceduto per piccoli passi: il design tipografico è un’arte conservatrice, preferisce emulare o perfezionare le esperienze pregresse piuttosto che innovare. Negli anni Sessanta del XX secolo la fotocomposizione smaterializza le tecniche di incisione e fusione, inducendo alcuni designer a sperimentare forme facilmente adattabili al sistema riga-colonna. Vent’anni dopo, la rivoluzione del PostScript e la diffusione di software vettoriali basati su curve spline riavvicinano il disegno dei caratteri alla manualità. Ibridando tradizione e sperimentazione, il font design si apre alle innumerevoli possibilità offerte dai new media.

Typeface Drawing and Design. Aesthetics and Readability / Disegno e design dei caratteri tipografici. Estetica e leggibilità / Colistra, Daniele. - In: DISEGNO. - ISSN 2533-2899. - 11:(2022), pp. 199-210. [10.26375/disegno.11.2022.21]

Typeface Drawing and Design. Aesthetics and Readability / Disegno e design dei caratteri tipografici. Estetica e leggibilità

Daniele Colistra
2022-01-01

Abstract

Since the invention of printing, typefaces simulate the appearance of two writing procedures closely linked to manual skills: the uppercase of stone inscriptions and the lowercase of humanistic calligraphy. Typography was born with an ‘original sin’, which numerous treatise writers take care to legitimize through rigorous geometric constructions to support the graphic design of each letter. From the Renaissance to the twentieth century, the evolution of styles and printing techniques is slow, and even the figurative avant-gardes have proceeded in small steps: typographic design is a conservative art, it prefers to emulate or refine previous experiences rather than innovate. In the sixties of the twentieth century, photocomposition dematerializes the techniques of engraving and casting, inducing some designers to experiment with shapes that are easily adaptable to the row-column system. Twenty years later, the Post- Script revolution and the spread of vector software based on spline curves bring drawing fonts closer to manual skills. By hybridizing tradition and experimentation, font design opens to the countless possibilities offered by new media.
2022
Fin dall’invenzione della stampa, i caratteri tipografici tendono a riprodurre i grafismi tipici di due procedimenti di scrittura legati alla manualità: il maiuscolo delle iscrizioni su pietra e il minuscolo della calligrafia umanistica. La tipografia nasce con un “peccato originale” che numerosi trattatisti si preoccupano di legittimare mediante rigorose costruzioni geometriche a supporto del progetto grafico di ogni lettera. Dal Rinascimento al Novecento l’evoluzione degli stili e delle tecniche di stampa è lenta, e perfino le avanguardie figurative hanno proceduto per piccoli passi: il design tipografico è un’arte conservatrice, preferisce emulare o perfezionare le esperienze pregresse piuttosto che innovare. Negli anni Sessanta del XX secolo la fotocomposizione smaterializza le tecniche di incisione e fusione, inducendo alcuni designer a sperimentare forme facilmente adattabili al sistema riga-colonna. Vent’anni dopo, la rivoluzione del PostScript e la diffusione di software vettoriali basati su curve spline riavvicinano il disegno dei caratteri alla manualità. Ibridando tradizione e sperimentazione, il font design si apre alle innumerevoli possibilità offerte dai new media.
font, calligraphy, typography, readability, dysgraphia
font, calligrafia, tipografia, leggibilità, disgrafia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/131886
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