Tra le nuove vulnerabilità sociali, che rischiano di determinare forme di isolamento e marginalizzazione con riflessi non secondari sullo spazio urbano, assume un peso crescente l’invecchiamento della popolazione. Le recenti dinamiche demografiche stanno producendo infatti mutamenti profondi nella società, con forti interrelazioni con i temi dell’urbanistica e dell’architettura (Handler, 2015). A partire dagli anni 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’ageing in place come possibile risposta per favorire un invecchiamento sereno delle persone nel proprio ambiente di vita. Questa strategia è stata interpretata in modi abbastanza diversi nei paesi europei, determinando spesso un ri-orientamento dei servizi e delle traiettorie del welfare e la sperimentazione di processi e progetti innovativi di inclusione urbana e di innovazione sociale. Questo contributo si basa sui risultati della ricerca “Inclusive ageing in place. IN-AGE”, finanziata dalla Fondazione Cariplo, nella quale sono state approfondite 30 pratiche innovative per l’ageing in place in Italia e in Europa. Obiettivo di questo contributo è proporre una sintesi di queste traiettorie di innovazione sociale e inclusione urbana, attraverso una lettura trasversale finalizzata ad evidenziare il variegato universo della progettualità pubblica, privata e del terzo settore per favorire un ageing in place di qualità. Il contributo sarà articolato in tre parti: nella prima si delineano i caratteri innovativi delle esperienze analizzate; nella seconda ci si sofferma sui processi di pianificazione e sulle forme di governance e di empowerment che molti di questi progetti attivano, infine, nella terza, si propongono le principali traiettorie di innovazione sociale e inclusione urbana che queste esperienze suggeriscono.

Accessibilità universale e ageing in place

Antonella Sarlo
Writing – Original Draft Preparation
;
Francesco Bagnato
2022-01-01

Abstract

Tra le nuove vulnerabilità sociali, che rischiano di determinare forme di isolamento e marginalizzazione con riflessi non secondari sullo spazio urbano, assume un peso crescente l’invecchiamento della popolazione. Le recenti dinamiche demografiche stanno producendo infatti mutamenti profondi nella società, con forti interrelazioni con i temi dell’urbanistica e dell’architettura (Handler, 2015). A partire dagli anni 2000, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’ageing in place come possibile risposta per favorire un invecchiamento sereno delle persone nel proprio ambiente di vita. Questa strategia è stata interpretata in modi abbastanza diversi nei paesi europei, determinando spesso un ri-orientamento dei servizi e delle traiettorie del welfare e la sperimentazione di processi e progetti innovativi di inclusione urbana e di innovazione sociale. Questo contributo si basa sui risultati della ricerca “Inclusive ageing in place. IN-AGE”, finanziata dalla Fondazione Cariplo, nella quale sono state approfondite 30 pratiche innovative per l’ageing in place in Italia e in Europa. Obiettivo di questo contributo è proporre una sintesi di queste traiettorie di innovazione sociale e inclusione urbana, attraverso una lettura trasversale finalizzata ad evidenziare il variegato universo della progettualità pubblica, privata e del terzo settore per favorire un ageing in place di qualità. Il contributo sarà articolato in tre parti: nella prima si delineano i caratteri innovativi delle esperienze analizzate; nella seconda ci si sofferma sui processi di pianificazione e sulle forme di governance e di empowerment che molti di questi progetti attivano, infine, nella terza, si propongono le principali traiettorie di innovazione sociale e inclusione urbana che queste esperienze suggeriscono.
2022
Ageing in place. Qualità della vita. Innovazione sociale. Inclusione urbana. Age friendly cities.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/133367
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