In quel generico “giù” riconobbi l’Italia...Un paese abituato ad avere un sopra e un sotto, un attico e una cantina» (Mazzantini 2013). Universalmente riconosciuta è la dicotomia tra Nord e Sud. Si muove su un confine che spesso è una rigida cucitura, ma talvolta manifesta fessure come occasioni di trasformazione del filo teso in contorno flessibile, valicabile. In questo frammento aperto il confine diventa un varco, «lo strano spazio che si trova tra le cose» (Zanini 1997), luogo di nuove connessioni dove linguaggi opposti tracciano gli equilibri di una pacifica tessitura semantica. Il Sud è impropriamente considerato una realtà isolata, separata, definita solo nelle differenze piuttosto che una metà dell’intero. La linea, fisica o figurata, che pone la contrapposizione esclude la coesistenza. Eppure quel segno è l’unico e solo in cui le due parti si toccano. Si indaga il concetto di rottura del confine, lavorando su un’ipotesi di connessione tra culture materiali opposte come opportunità per promuovere una nuova visione progettuale nel confronto, dove lo spazio virtuale possa diventare il territorio di un dialogo possibile, di una contaminazione creativa che tuteli l’identità delle parti e le intrecci riconfigurandone una relazione virtuosa. Lì dove hanno vita oggetti straordinari.
Confini immaginari / Follesa, Stefano; Cesaretti, Sabrina; Armato, Francesco. - In: QUAD. - ISSN 2611-4437. - 4/2021:(2021), pp. 205-218.
Confini immaginari
Francesco Armato
2021-01-01
Abstract
In quel generico “giù” riconobbi l’Italia...Un paese abituato ad avere un sopra e un sotto, un attico e una cantina» (Mazzantini 2013). Universalmente riconosciuta è la dicotomia tra Nord e Sud. Si muove su un confine che spesso è una rigida cucitura, ma talvolta manifesta fessure come occasioni di trasformazione del filo teso in contorno flessibile, valicabile. In questo frammento aperto il confine diventa un varco, «lo strano spazio che si trova tra le cose» (Zanini 1997), luogo di nuove connessioni dove linguaggi opposti tracciano gli equilibri di una pacifica tessitura semantica. Il Sud è impropriamente considerato una realtà isolata, separata, definita solo nelle differenze piuttosto che una metà dell’intero. La linea, fisica o figurata, che pone la contrapposizione esclude la coesistenza. Eppure quel segno è l’unico e solo in cui le due parti si toccano. Si indaga il concetto di rottura del confine, lavorando su un’ipotesi di connessione tra culture materiali opposte come opportunità per promuovere una nuova visione progettuale nel confronto, dove lo spazio virtuale possa diventare il territorio di un dialogo possibile, di una contaminazione creativa che tuteli l’identità delle parti e le intrecci riconfigurandone una relazione virtuosa. Lì dove hanno vita oggetti straordinari.File | Dimensione | Formato | |
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