The rediscovered interest in southern Italy characterizing the 18th and 19th centuries coincided with an Arcadian vision of the places there with theirstrong identity, deeply rooted into history. That vision thus also involved Calabria to be replaced later by a negative rationale generating short-sighted policies and improper planning. We can say that the region, losing its self-awareness and consequently its figurative self-consciousness, has passively endured misrepresentation. The new iconography of Calabria, in fact, has increasingly tended to be iconoclastic within a local scenario of acritical resignation to degradation and lack of self-perception. The current project design aimed at the regeneration of the Calabrian landscape can start from the actual knowledge and awareness of the region’s figurative heritage. The thirty-five images of Calabria created by Désprez and Châtelet for the Voyage pittoresque, provide fundamental iconographic and iconological documentary evidence. They are parts of one single project aimed, perhaps as a first example in history, at the official composite representation of Calabria. As in Gombrich’s words «That a picture looks like nature often means only that it looks the way nature is usually painted»; the images reported by Saint-Non bring to light Calabria’s existence; they show the region to Europe highlighting its pastoral and Arcadian simplicity, archeological remains, a system of settlements either clinging to steep hill sides or nested on secluded plains. This imagery can be compared with the most up-to-date representation tools for landscaping.

La scoperta del sud nel ‘700 e ‘800 coincide con un’idea di luogo della storia e identitario di una natura originaria e arcadica. Un’idea che coinvolge la Calabria, che solo uno sguardo letale degli anni successivi, legato a scelte politiche e programmazioni distorte, abbandona quasi definitivamente. Possiamo parlare di smarrimento della consapevolezza di un territorio come smarrimento della capacità figurativa di rappresentarsi. La nuova iconografia della Calabria, infatti, sembra tendere sempre di più ad un’azione iconoclasta, uniformandosi all’idea di degrado e di estraneità. L’azione progettuale di restauro del paesaggio calabrese può partire dalla conoscenza e dalla consapevolezza della sua memoria figurativa. Le sessantaquattro tavole sulla Calabria illustrate da Déprez e Châtelet nel Voyage Pittoresque, rappresentano un apparato documentale fondamentale sotto il profilo iconografico e iconologico. Esse costituiscono un progetto organico in cui si fissa e si concepisce, forse per la prima volta, una rappresentazione della Calabria. Come sostiene Gombrich «Solo un’immagine dipinta può spiegarci un’immagine che vediamo in natura»; le immagini riportate dal Saint-Non fanno esistere la Calabria ; riportano sulla scena Europea una regione agreste, arcadica, disseminata di presenze archeologiche, segnata da un sistema insediativo aggrappato su giaciture e morfologie improbabili. Tali figurazioni possono rappresentare fonti di riferimento e di confronto con gli strumenti di rappresentazione attuali per il progetto di paesaggio.

Sapere per vedere: il contributo della narrazione odoperica nel Voyager pittoresque dell'Abate Saint-Non / Amaro, Ottavio Salvatore. - In: ARCHISTOR. - ISSN 2384-8898. - 4:(2018), pp. 178-185. [10.14633/AHR102]

Sapere per vedere: il contributo della narrazione odoperica nel Voyager pittoresque dell'Abate Saint-Non

AMARO, Ottavio Salvatore
2018-01-01

Abstract

The rediscovered interest in southern Italy characterizing the 18th and 19th centuries coincided with an Arcadian vision of the places there with theirstrong identity, deeply rooted into history. That vision thus also involved Calabria to be replaced later by a negative rationale generating short-sighted policies and improper planning. We can say that the region, losing its self-awareness and consequently its figurative self-consciousness, has passively endured misrepresentation. The new iconography of Calabria, in fact, has increasingly tended to be iconoclastic within a local scenario of acritical resignation to degradation and lack of self-perception. The current project design aimed at the regeneration of the Calabrian landscape can start from the actual knowledge and awareness of the region’s figurative heritage. The thirty-five images of Calabria created by Désprez and Châtelet for the Voyage pittoresque, provide fundamental iconographic and iconological documentary evidence. They are parts of one single project aimed, perhaps as a first example in history, at the official composite representation of Calabria. As in Gombrich’s words «That a picture looks like nature often means only that it looks the way nature is usually painted»; the images reported by Saint-Non bring to light Calabria’s existence; they show the region to Europe highlighting its pastoral and Arcadian simplicity, archeological remains, a system of settlements either clinging to steep hill sides or nested on secluded plains. This imagery can be compared with the most up-to-date representation tools for landscaping.
2018
La scoperta del sud nel ‘700 e ‘800 coincide con un’idea di luogo della storia e identitario di una natura originaria e arcadica. Un’idea che coinvolge la Calabria, che solo uno sguardo letale degli anni successivi, legato a scelte politiche e programmazioni distorte, abbandona quasi definitivamente. Possiamo parlare di smarrimento della consapevolezza di un territorio come smarrimento della capacità figurativa di rappresentarsi. La nuova iconografia della Calabria, infatti, sembra tendere sempre di più ad un’azione iconoclasta, uniformandosi all’idea di degrado e di estraneità. L’azione progettuale di restauro del paesaggio calabrese può partire dalla conoscenza e dalla consapevolezza della sua memoria figurativa. Le sessantaquattro tavole sulla Calabria illustrate da Déprez e Châtelet nel Voyage Pittoresque, rappresentano un apparato documentale fondamentale sotto il profilo iconografico e iconologico. Esse costituiscono un progetto organico in cui si fissa e si concepisce, forse per la prima volta, una rappresentazione della Calabria. Come sostiene Gombrich «Solo un’immagine dipinta può spiegarci un’immagine che vediamo in natura»; le immagini riportate dal Saint-Non fanno esistere la Calabria ; riportano sulla scena Europea una regione agreste, arcadica, disseminata di presenze archeologiche, segnata da un sistema insediativo aggrappato su giaciture e morfologie improbabili. Tali figurazioni possono rappresentare fonti di riferimento e di confronto con gli strumenti di rappresentazione attuali per il progetto di paesaggio.
viaggio; paesaggio; identità; progetto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/1349
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