Pianificare e progettare territori e città sostenibili significa impostare progetti e politiche multicriteria che considerino in modo integrato e complesso le varie componenti naturali ed antropiche. Seguendo le indicazioni emerse da documenti quali La Carta di Lipsia (2007), da esperienze avviate da anni (es. Ecolandia, 1989-1993), dalle strategie più recenti di cui la città di Copenhagen con The Sustainable City (2009) è tra i più emblematici esempi, s’intende avviare la elaborazione di un approccio metodologico finalizzato a costruire linee di piano/progetto per politiche e/o progetti per il territorio e la città che coniughino in modo efficiente ed efficace sostenibilità ed ambiente. Questo non solo sotto il profilo energetico (De Pascali, 2008), certamente importante (dal Rapporto Legambiente Comuni Rinnovabili 2010 risulta che circa l’80% dei Comuni italiani stanno ricorrendo a qualche forma di energia rinnovabile), ma anche socialmente ed economicamente, quindi perseguire il miglior benessere per gli abitanti: proponendo così i presupposti far divenire questi, se si tratta di insediamenti ispirati alla città come indicava Cacciari nel 1991, cittadini. La morfologia, nuova od esistente, viene ad essere letta attraverso gli elementi naturali, cioè acqua, aria, sole, suolo, vegetazione al fine di verificarne il “funzionamento”, cioè l’efficacia e l’efficienza, del rapporto tra ambiente e sostenibilità. Riprendendo la filosofia che già nel 1969 proponeva McHarg, è il contesto che disegna il piano/progetto. Questo sia che l’oggetto di piano o progetto sia nuovo o da trasformare. La mobilità, quindi le infrastrutture, ed i servizi partecipano in modo rilevante nella costruzione delle condizioni di benessere. A tale riguardo la dimensione gioca un ruolo molto importante poiché energia e trasporto sono fortemente influenzate dalla variabile distanza. Queste considerazioni assieme agli aspetti legati alla “socialità” del territorio e della città, in primo luogo quale spazio pubblico collettivo, ed a quelle relative all’immaginario individuale e delle comunità, suggeriscono alcuni elementi che ricordano la città compatta medievale o gli insediamenti ipogei quali quelli in Cappadocia od i Sassi di Matera. Ciò implica prestare altrettanta importanza alla tipologia edilizia, quindi alla bioarchitettura, ovviamente dando per scontato l’applicazione delle buone norme ed il rispetto delle leggi per quanto concerne la bioedilizia. In tal senso non è indifferente il ricorso a materiali e professionalità locali (la filosofia del km.0 assieme all’attenzione allo sviluppo locale), eventualmente anche da costruire o ricostruire: tutto ciò rientra nel considerare le potenzialità del contesto territoriale.Il paper quindi propone l’avvio di una strategia metodologica che consenta di pianificare/progettare bioterritori seguendo un approccio complesso basato sull’alleanza tra uomo e natura (1995).Riferimenti bibliograficiCacciari M., Aut civitas, aut polis in (a cura di) Mucci E., Rizzoli P., L’immaginario tecnologico metropolitano, Franco Angeli, Milano, 1991De Pascali P. Città ed energia. La valenza energetica del’organizzazione insediativa. Franco Angeli, Milano 2008Legambiente, Rapporto Comuni Rinnovabili 2010, RomaMcHarg I.L. Design with Nature, J. Wiley & Sons, Inc., New York, 1969Scandurra E., L’ambiente dell’uomo, Verso il progetto della città sostenibile. Etas Libri,1995Ue, La Carta di Lipsia, 2007www.arcosanti.orgwww.ecolonia.comwww.Copenhagen.TheSustainableCity.it

Città ecologica e contesto: verso la costruzione di un metodo / Aragona, Stefano. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - (2011).

Città ecologica e contesto: verso la costruzione di un metodo

ARAGONA, Stefano
2011-01-01

Abstract

Pianificare e progettare territori e città sostenibili significa impostare progetti e politiche multicriteria che considerino in modo integrato e complesso le varie componenti naturali ed antropiche. Seguendo le indicazioni emerse da documenti quali La Carta di Lipsia (2007), da esperienze avviate da anni (es. Ecolandia, 1989-1993), dalle strategie più recenti di cui la città di Copenhagen con The Sustainable City (2009) è tra i più emblematici esempi, s’intende avviare la elaborazione di un approccio metodologico finalizzato a costruire linee di piano/progetto per politiche e/o progetti per il territorio e la città che coniughino in modo efficiente ed efficace sostenibilità ed ambiente. Questo non solo sotto il profilo energetico (De Pascali, 2008), certamente importante (dal Rapporto Legambiente Comuni Rinnovabili 2010 risulta che circa l’80% dei Comuni italiani stanno ricorrendo a qualche forma di energia rinnovabile), ma anche socialmente ed economicamente, quindi perseguire il miglior benessere per gli abitanti: proponendo così i presupposti far divenire questi, se si tratta di insediamenti ispirati alla città come indicava Cacciari nel 1991, cittadini. La morfologia, nuova od esistente, viene ad essere letta attraverso gli elementi naturali, cioè acqua, aria, sole, suolo, vegetazione al fine di verificarne il “funzionamento”, cioè l’efficacia e l’efficienza, del rapporto tra ambiente e sostenibilità. Riprendendo la filosofia che già nel 1969 proponeva McHarg, è il contesto che disegna il piano/progetto. Questo sia che l’oggetto di piano o progetto sia nuovo o da trasformare. La mobilità, quindi le infrastrutture, ed i servizi partecipano in modo rilevante nella costruzione delle condizioni di benessere. A tale riguardo la dimensione gioca un ruolo molto importante poiché energia e trasporto sono fortemente influenzate dalla variabile distanza. Queste considerazioni assieme agli aspetti legati alla “socialità” del territorio e della città, in primo luogo quale spazio pubblico collettivo, ed a quelle relative all’immaginario individuale e delle comunità, suggeriscono alcuni elementi che ricordano la città compatta medievale o gli insediamenti ipogei quali quelli in Cappadocia od i Sassi di Matera. Ciò implica prestare altrettanta importanza alla tipologia edilizia, quindi alla bioarchitettura, ovviamente dando per scontato l’applicazione delle buone norme ed il rispetto delle leggi per quanto concerne la bioedilizia. In tal senso non è indifferente il ricorso a materiali e professionalità locali (la filosofia del km.0 assieme all’attenzione allo sviluppo locale), eventualmente anche da costruire o ricostruire: tutto ciò rientra nel considerare le potenzialità del contesto territoriale.Il paper quindi propone l’avvio di una strategia metodologica che consenta di pianificare/progettare bioterritori seguendo un approccio complesso basato sull’alleanza tra uomo e natura (1995).Riferimenti bibliograficiCacciari M., Aut civitas, aut polis in (a cura di) Mucci E., Rizzoli P., L’immaginario tecnologico metropolitano, Franco Angeli, Milano, 1991De Pascali P. Città ed energia. La valenza energetica del’organizzazione insediativa. Franco Angeli, Milano 2008Legambiente, Rapporto Comuni Rinnovabili 2010, RomaMcHarg I.L. Design with Nature, J. Wiley & Sons, Inc., New York, 1969Scandurra E., L’ambiente dell’uomo, Verso il progetto della città sostenibile. Etas Libri,1995Ue, La Carta di Lipsia, 2007www.arcosanti.orgwww.ecolonia.comwww.Copenhagen.TheSustainableCity.it
2011
Bioterritorio, Bioarchitettura, Bioedilizia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/14060
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