The recent resurgence of interest in Balkan brutalist architecture within the architectural discourse serves a dual purpose. It not only addresses a notable gap in historiography but also reflects a shifting perspective towards a heritage that continues to hold significant cultural and architectural value, particularly in the context of 1960s and 1970s urban and architectural development. This contribution focuses on Skopje, the capital of North Macedonia, as an illustrative case study of the modernization efforts in former Yugoslav countries. The city's architectural and cultural legacy, from the post-1963 earthquake reconstruction guided by Kenzo Tange's master plan, currently faces the risk of erasure due to the transformative effects of the Urban Renewal Plan (SK2014).

Il rinnovato interesse per l’architettura brutalista balcanica che contrassegna il recente dibattito architettonico non risponde solo alla necessità di colmare un evidente vuoto storiografico, ma testimonia l’emergere di un diverso punto di vista verso un patrimonio che ancora oggi rappresenta un’importante ricerca della cultura architettonica e urbana degli anni ’60 e ‘70. A partire da tali presupposti, il contributo approfondisce la città di Skopje, capitale della Macedonia del Nord, assunta come caso paradigmatico del processo di modernizzazione dei paesi dell’ex-Jugoslavia, dove il patrimonio architettonico e culturale costruito dopo il terremoto del ’63 su master plan di Kenzo Tange, oggi rischia di essere cancellato, sottoposto a devastanti trasformazioni derivate dal Piano di rinnovamento urbano (SK2014).

Skopje: concrete vs fiction. From Internationalism towards ethnonationalism

Tornatora R. M.
;
2023-01-01

Abstract

The recent resurgence of interest in Balkan brutalist architecture within the architectural discourse serves a dual purpose. It not only addresses a notable gap in historiography but also reflects a shifting perspective towards a heritage that continues to hold significant cultural and architectural value, particularly in the context of 1960s and 1970s urban and architectural development. This contribution focuses on Skopje, the capital of North Macedonia, as an illustrative case study of the modernization efforts in former Yugoslav countries. The city's architectural and cultural legacy, from the post-1963 earthquake reconstruction guided by Kenzo Tange's master plan, currently faces the risk of erasure due to the transformative effects of the Urban Renewal Plan (SK2014).
2023
Il rinnovato interesse per l’architettura brutalista balcanica che contrassegna il recente dibattito architettonico non risponde solo alla necessità di colmare un evidente vuoto storiografico, ma testimonia l’emergere di un diverso punto di vista verso un patrimonio che ancora oggi rappresenta un’importante ricerca della cultura architettonica e urbana degli anni ’60 e ‘70. A partire da tali presupposti, il contributo approfondisce la città di Skopje, capitale della Macedonia del Nord, assunta come caso paradigmatico del processo di modernizzazione dei paesi dell’ex-Jugoslavia, dove il patrimonio architettonico e culturale costruito dopo il terremoto del ’63 su master plan di Kenzo Tange, oggi rischia di essere cancellato, sottoposto a devastanti trasformazioni derivate dal Piano di rinnovamento urbano (SK2014).
Brutalismo,Skopje,Kenzo Tange
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/141590
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