La cittadinanza, istituto “inafferrabile” nei suoi precisi contorni, intrattiene un rapporto stretto e al tempo problematico con la democrazia costituzionale. Negli ordinamenti liberaldemocratici, l’attribuzione dello status civitatis tende – o almeno dovrebbe tendere – a unificare le due classiche componenti della cittadinanza, l’appartenenza giuridica e la partecipazione politica, fra cui sussiste un nesso di implicazione reciproca. Come il cittadino “formale” deve essere messo in grado di partecipare effettivamente al governo della polis, così lo straniero partecipe “sostanziale” della vita della comunità (tramite atti e processi di integrazione civico-sociale) dovrebbe disporre di un ragionevole percorso di accesso a quello status formale, quale fattore indispensabile di realizzazione dell’identità personale.
La cittadinanza come diritto e come problema nello Stato costituzionale
Panzera C
2024-01-01
Abstract
La cittadinanza, istituto “inafferrabile” nei suoi precisi contorni, intrattiene un rapporto stretto e al tempo problematico con la democrazia costituzionale. Negli ordinamenti liberaldemocratici, l’attribuzione dello status civitatis tende – o almeno dovrebbe tendere – a unificare le due classiche componenti della cittadinanza, l’appartenenza giuridica e la partecipazione politica, fra cui sussiste un nesso di implicazione reciproca. Come il cittadino “formale” deve essere messo in grado di partecipare effettivamente al governo della polis, così lo straniero partecipe “sostanziale” della vita della comunità (tramite atti e processi di integrazione civico-sociale) dovrebbe disporre di un ragionevole percorso di accesso a quello status formale, quale fattore indispensabile di realizzazione dell’identità personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.