L’operazione ricognitiva che Dante Della Terza effettua in Ethos e Scrittura è programmaticamente conoscitiva: in essa la certa conscientia è il risultato della pazienza all’ascolto e al lavoro, in termini diremmo di parametri scientifici scaturiti dalla Kinesis, dalla coniatura tra cosa ed essere, coscienza intenzionale e “coscienza intenzionata”, ossia scaturente dal rapporto, che occorre formare, tra pathos-tekhne, il quale sfocia in un agieren constatativo principalmente della propria pericope, quella dell’intellettuale militante e del comparatista-filologo Della Terza. Il mettere in atto dello studioso è così offerto in forma di tributo ai maestri e compagni di viaggio che osserva (Benedetto Croce, Auerbach, Curtius, Fubini, Gramsci, Contini, Segre e Borsellino entro una relazione profonda e costruttiva) e verso i quali indirizza lo sguardo dei lettori degli inizi del nuovo millennio, dell’uomo del secolo da poco apertosi; è un ricavare il suo dall’attestazione offertaci con la sagacia di chi può, da maestro quale egli è, guidare ad indicazioni, ossia a sentieri proponibili poiché ha comparato ed istruito, conversato e relazionato, approvato e reinvestito, costruito e dialogizzato con molteplici “forme” di trasmissione culturale nell’ethos, appunto, che si attua quando si accoglie la sfida di decostruire l’ars oblivionis per incrementare nell’affidabilità di una umanità intesa come relazionalità drammaticamente recepita l’ars memoriae. In senso non contemplativo, ma attivo e problematizzante.

Percorsi letterari, esegesi testuale ed “ermeneutica militante”: Ethos e scrittura. Critici letterari del Novecento di Dante Della Terza, / D'Elia, A. - In: RIVISTA DI STUDI ITALIANI. - ISSN 1916-5412. - XXX:1(2012), pp. 270-310.

Percorsi letterari, esegesi testuale ed “ermeneutica militante”: Ethos e scrittura. Critici letterari del Novecento di Dante Della Terza,

D'Elia A
2012-01-01

Abstract

L’operazione ricognitiva che Dante Della Terza effettua in Ethos e Scrittura è programmaticamente conoscitiva: in essa la certa conscientia è il risultato della pazienza all’ascolto e al lavoro, in termini diremmo di parametri scientifici scaturiti dalla Kinesis, dalla coniatura tra cosa ed essere, coscienza intenzionale e “coscienza intenzionata”, ossia scaturente dal rapporto, che occorre formare, tra pathos-tekhne, il quale sfocia in un agieren constatativo principalmente della propria pericope, quella dell’intellettuale militante e del comparatista-filologo Della Terza. Il mettere in atto dello studioso è così offerto in forma di tributo ai maestri e compagni di viaggio che osserva (Benedetto Croce, Auerbach, Curtius, Fubini, Gramsci, Contini, Segre e Borsellino entro una relazione profonda e costruttiva) e verso i quali indirizza lo sguardo dei lettori degli inizi del nuovo millennio, dell’uomo del secolo da poco apertosi; è un ricavare il suo dall’attestazione offertaci con la sagacia di chi può, da maestro quale egli è, guidare ad indicazioni, ossia a sentieri proponibili poiché ha comparato ed istruito, conversato e relazionato, approvato e reinvestito, costruito e dialogizzato con molteplici “forme” di trasmissione culturale nell’ethos, appunto, che si attua quando si accoglie la sfida di decostruire l’ars oblivionis per incrementare nell’affidabilità di una umanità intesa come relazionalità drammaticamente recepita l’ars memoriae. In senso non contemplativo, ma attivo e problematizzante.
2012
pathos, ethos, relazione, confronto, dialogo,
dialogo, perizia filologica, critica militante, letteratura e vita
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/147685
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