Lo studio si incentra sul rapporto tra Ungaretti e la declinazione del Sacro in tutta la sua poetica. Vengono esaminati alcuni componimenti lirici e pagine critiche inerenti il discorso sul sacro. Si affronta, dunque, il tema del Sacro e quello della "religio", che sono senz’altro da ritenere punti fondamentali dell’intera vicenda umana ed artistica di Ungaretti.Si verifica la produzione specificatamente lirica delGirovago riprendendo le “ragioni” della verso e i modelli “religiosi” (ilGrande Codice, il senso del Nulla-Tutto proprio della Scrittura, il rapportonulla-vuoto in Michelangelo-cristiano). Da qui l’esame degli elementicostitutivi della parola che, nel dramma di essere uomo, anela a ricerca consempre più forza Dio e che nella riflessione sul Cristo epitoma la vicendadella propria "cristianità" tesa costantemente in anelante e drammatica dialettica: tempo-memoria-vita-morte.naufragio-essere. Ungaretti si dà fino all’ultimo al sentimento della vita, ossia alsentimento pur “dannato” e logorante verso l’Eterno-Dio, che è "sempre". E dalquale la creatura che lo cerca «si sente/ riavere» (Risvegli, L’Allegria, 1914-1919)”. Parola centrale dell'esame è apocatastasi, da noi impiegata nel senso di un ritorno alle origini; intesa però come rilancio del tempo verso la "propria origine". Non nel senso degenerativo, cioè un ritorno fine a se stesso; e neanche una riproposizione teologica che intende le "categorie" del bene e del male approdanti in un esito comune; in una "salvezza indiscriminata". Origine è intesa qui nel senso di sacro e per il quale il Girovago va tessendo il proprio "ragionamento" attraverso l'uomo e per l'uomo "in" Dio. Quindi un ritorno verso l'origine: un naufragare verso l'Essere.
Ungaretti, o della "virtù teologante" / D'Elia, A. - In: RIVISTA DI STUDI ITALIANI. - ISSN 1916-5412. - XXX:2(2012), pp. 122-186.
Ungaretti, o della "virtù teologante"
D'Elia A
2012-01-01
Abstract
Lo studio si incentra sul rapporto tra Ungaretti e la declinazione del Sacro in tutta la sua poetica. Vengono esaminati alcuni componimenti lirici e pagine critiche inerenti il discorso sul sacro. Si affronta, dunque, il tema del Sacro e quello della "religio", che sono senz’altro da ritenere punti fondamentali dell’intera vicenda umana ed artistica di Ungaretti.Si verifica la produzione specificatamente lirica delGirovago riprendendo le “ragioni” della verso e i modelli “religiosi” (ilGrande Codice, il senso del Nulla-Tutto proprio della Scrittura, il rapportonulla-vuoto in Michelangelo-cristiano). Da qui l’esame degli elementicostitutivi della parola che, nel dramma di essere uomo, anela a ricerca consempre più forza Dio e che nella riflessione sul Cristo epitoma la vicendadella propria "cristianità" tesa costantemente in anelante e drammatica dialettica: tempo-memoria-vita-morte.naufragio-essere. Ungaretti si dà fino all’ultimo al sentimento della vita, ossia alsentimento pur “dannato” e logorante verso l’Eterno-Dio, che è "sempre". E dalquale la creatura che lo cerca «si sente/ riavere» (Risvegli, L’Allegria, 1914-1919)”. Parola centrale dell'esame è apocatastasi, da noi impiegata nel senso di un ritorno alle origini; intesa però come rilancio del tempo verso la "propria origine". Non nel senso degenerativo, cioè un ritorno fine a se stesso; e neanche una riproposizione teologica che intende le "categorie" del bene e del male approdanti in un esito comune; in una "salvezza indiscriminata". Origine è intesa qui nel senso di sacro e per il quale il Girovago va tessendo il proprio "ragionamento" attraverso l'uomo e per l'uomo "in" Dio. Quindi un ritorno verso l'origine: un naufragare verso l'Essere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.