Il saggio esplora la poetica della scrittrice Giovanna Gulli,soffermandosi sulla produzione dei racconti e in particolar modo sull’operaprincipale della scrittrice calabrese: Caterina Marasca. Si delinea il profilo diuna scrittrice i cui frutti letterari vennero sbrigativamente rifiutati da non pochieditori e da una parte della critica (siamo alla fine degli anni trenta delNovecento), ma che, a distanza di più di settant’anni, rivela una forza di idee euna struttura diegetica salde. Le quali si impongono per l’asciuttezza dellinguaggio e il disvelamento-smascheramento di forme estreme: la dittatura,non solo fascista, ma anche del ‘maschio’ arrogante e detentore di un poterefisico e psicologico devastante. Non tutta la critica aveva espresso giudizionegativo, infatti a partire da Rèpaci e poi con Piromalli la scrittura della Gulli eil pensiero che regge il testo-parola di Caterina Marasca venivano intesi nellosvisceramento di una accusa, umana e sociale (il Sud lacerato dalla miseria, ladonna vista e trattata quale oggetto di piacere), che non poteva abilitare lastruttura diegetica entro percorsi enunciativi che non fossero aderenti ad unregistro crudo e realistico (compresa la penetrante auscultazione dell’io in sottilipercorsi psicologici: trasfigurazione della scrittrice nel personaggio, e, assieme,distanza, accuratamente segnata, tra Giovanna e Caterina), quale quello delromanzo. Letteratura di consumo, parola volta a costruire l’indipendenza delsoggetto agente e ripresa dei moduli realisti/veristi fanno della poetica dellaGulli un forte esempio letterario di aperta esamina del soggetto-persona e dellasocietà dell’Italia di fine anni Trenta. Una riflessione critica, questa, che parlacon forza nel e al nunc.

La parola ‘disperata’ e la risolutezza del linguaggio: il reale e le multiple verità nella scrittura di Giovanna Gulli / D'Elia, A. - In: RIVISTA DI STUDI ITALIANI. - ISSN 1916-5412. - 3:41(2023), pp. 140-162.

La parola ‘disperata’ e la risolutezza del linguaggio: il reale e le multiple verità nella scrittura di Giovanna Gulli

D'Elia A
2023-01-01

Abstract

Il saggio esplora la poetica della scrittrice Giovanna Gulli,soffermandosi sulla produzione dei racconti e in particolar modo sull’operaprincipale della scrittrice calabrese: Caterina Marasca. Si delinea il profilo diuna scrittrice i cui frutti letterari vennero sbrigativamente rifiutati da non pochieditori e da una parte della critica (siamo alla fine degli anni trenta delNovecento), ma che, a distanza di più di settant’anni, rivela una forza di idee euna struttura diegetica salde. Le quali si impongono per l’asciuttezza dellinguaggio e il disvelamento-smascheramento di forme estreme: la dittatura,non solo fascista, ma anche del ‘maschio’ arrogante e detentore di un poterefisico e psicologico devastante. Non tutta la critica aveva espresso giudizionegativo, infatti a partire da Rèpaci e poi con Piromalli la scrittura della Gulli eil pensiero che regge il testo-parola di Caterina Marasca venivano intesi nellosvisceramento di una accusa, umana e sociale (il Sud lacerato dalla miseria, ladonna vista e trattata quale oggetto di piacere), che non poteva abilitare lastruttura diegetica entro percorsi enunciativi che non fossero aderenti ad unregistro crudo e realistico (compresa la penetrante auscultazione dell’io in sottilipercorsi psicologici: trasfigurazione della scrittrice nel personaggio, e, assieme,distanza, accuratamente segnata, tra Giovanna e Caterina), quale quello delromanzo. Letteratura di consumo, parola volta a costruire l’indipendenza delsoggetto agente e ripresa dei moduli realisti/veristi fanno della poetica dellaGulli un forte esempio letterario di aperta esamina del soggetto-persona e dellasocietà dell’Italia di fine anni Trenta. Una riflessione critica, questa, che parlacon forza nel e al nunc.
2023
libertà, io-tu, fascismo, Sud, letteratura-denuncia, letteratura di consumo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/147713
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