Il contributo presenta i risultati di una ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico,finalizzata all’individuazione dei bisogni di formazione delle professionalità operanti in una strutturaorganizzativa che gestisce nidi d’infanzia nella Penisola Sorrentina.L’intervento di ricerca si inserisce nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatoridei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260. La necessità di ripensare gli standardorganizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla“qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualitàdegli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012). A partire dall’analisi dei bisogni formatividegli operatori dei nidi, nell’ambito della ricerca qui presentata, si è evidenziata la necessità di: creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; auto-valutare le competenze trasversali possedute dagli operatori, in linea con un modello di valutazione formativa che punta l’attenzione sulla “promozione dall’interno” (Bondioli, 2008; Savio, 2008;2012); implementare le competenze di documentazione delle pratiche educative.Da questo punto di vista, nella ricerca cui si fa riferimento, si è identificato nella dimensionegruppale un fondamentale asse metodologico, dove il dispositivo narrativo assume una triplice funzione, ossia: una funzione ricostruttiva in cui la soggettività trova un proprio spazio d’espressione;una funzione relazionale che produce senso nello scambio interpersonale ed interprofessionale; unafunzione ri-compositiva, nel senso che il gruppo contribuisce alla creazione di un testo narrativo composto a più voci. La modalità narrativa “permette gradualmente al gruppo di considerare l’esperienzacome costruzione e non come sostanza” (Freda & Perna, 2006, p. 191), ossia di una costruzione incontinua revisione e quindi ha consentito al gruppo di sviluppare una visione inter-soggettivadell’esperienza professionale. La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biograficofavorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, sia l’esplicitazione e la comprensionedelle esperienze vissute, sia l’auto-valutazione ed implementazione delle competenze trasversali (ades. lavorare in gruppo, creatività, comunicazione, etc.).

Raccontare le competenze: la narrazione come dispositivo di autovalutazione delle pratiche educative degli operatori dei nidi d'infanzia / Capo, M. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 11:2(2016), pp. 374-391.

Raccontare le competenze: la narrazione come dispositivo di autovalutazione delle pratiche educative degli operatori dei nidi d'infanzia

Capo M
2016-01-01

Abstract

Il contributo presenta i risultati di una ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico,finalizzata all’individuazione dei bisogni di formazione delle professionalità operanti in una strutturaorganizzativa che gestisce nidi d’infanzia nella Penisola Sorrentina.L’intervento di ricerca si inserisce nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatoridei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260. La necessità di ripensare gli standardorganizzativi dei servizi per l’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla“qualità” della formazione continua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualitàdegli interventi educativi (Catarsi & Sharmahd, 2012). A partire dall’analisi dei bisogni formatividegli operatori dei nidi, nell’ambito della ricerca qui presentata, si è evidenziata la necessità di: creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; auto-valutare le competenze trasversali possedute dagli operatori, in linea con un modello di valutazione formativa che punta l’attenzione sulla “promozione dall’interno” (Bondioli, 2008; Savio, 2008;2012); implementare le competenze di documentazione delle pratiche educative.Da questo punto di vista, nella ricerca cui si fa riferimento, si è identificato nella dimensionegruppale un fondamentale asse metodologico, dove il dispositivo narrativo assume una triplice funzione, ossia: una funzione ricostruttiva in cui la soggettività trova un proprio spazio d’espressione;una funzione relazionale che produce senso nello scambio interpersonale ed interprofessionale; unafunzione ri-compositiva, nel senso che il gruppo contribuisce alla creazione di un testo narrativo composto a più voci. La modalità narrativa “permette gradualmente al gruppo di considerare l’esperienzacome costruzione e non come sostanza” (Freda & Perna, 2006, p. 191), ossia di una costruzione incontinua revisione e quindi ha consentito al gruppo di sviluppare una visione inter-soggettivadell’esperienza professionale. La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biograficofavorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, sia l’esplicitazione e la comprensionedelle esperienze vissute, sia l’auto-valutazione ed implementazione delle competenze trasversali (ades. lavorare in gruppo, creatività, comunicazione, etc.).
2016
Approccio narrativo, competenze, autovalutazione, pratiche educative
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/153266
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