La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni diformazione delle professionalità operanti in una struttura organizzativa che gestisce nidi d’infanzianella Penisola Sorrentina, si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatoridei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini allepari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi perl’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazionecontinua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi(Catarsi & Sharmahd, 2012). Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi diintercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partiredall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di:creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; implementare le competenze di documentazione delle pratiche.Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’ateliernarrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti,1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggettonarrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009;2012). Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo?Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio diuna doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc,2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010)in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.
I bisogni formativi dei professionisti dell'educazione. Approccio autobiografico e formazione co-costruita / Capo, M. - In: METIS. - ISSN 2240-9580. - 1:(2016), pp. 423-442.
I bisogni formativi dei professionisti dell'educazione. Approccio autobiografico e formazione co-costruita
Capo M
2016-01-01
Abstract
La ricerca qualitativa, di taglio micro-pedagogico, e finalizzata all’individuazione dei bisogni diformazione delle professionalità operanti in una struttura organizzativa che gestisce nidi d’infanzianella Penisola Sorrentina, si inquadra nell’attuale dibattito sul profilo professionale degli operatoridei nidi di infanzia in relazione al disegno di legge n. 1260 recante le Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita fino a sei anni e del diritto dei bambini allepari opportunità di apprendimento. L’esigenza di ripensare gli standard organizzativi dei servizi perl’infanzia, in modo da erogare prestazioni sempre più rispondenti ai bisogni dei bambini e delle famiglie che ne usufruiscono, ha posto il problema della riflessione sulla “qualità” della formazionecontinua degli operatori dei nidi da cui dipende strettamente la qualità degli interventi educativi(Catarsi & Sharmahd, 2012). Si ritiene che una formazione possa dirsi di “qualità” laddove cerchi diintercettare i bisogni di crescita professionale manifesti ed impliciti degli attori che abitano un contesto professionale (Carli & Paniccia,1999). Nell’ambito della ricerca qui presentata, a partiredall’individuazione dei bisogni formativi dei soggetti interessati, si è evidenziata la necessità di:creare un contesto finalizzato alla riflessione e condivisione in gruppo delle esperienze professionali; implementare le competenze di documentazione delle pratiche.Pertanto, è stato co-progettato un percorso formativo, avvalendosi della metodologia dell’ateliernarrativo-autobiografico, declinato operativamente in un duplice registro orale e scritto (Formenti,1998). La narrazione, in questo caso, ha rappresentato un mediatore biografico favorendo nei professionisti implicati nel percorso di ricerca, l’esplicitazione e la comprensione delle esperienze vissute. Inizia per il narrante quella che si può definire la “prova” biografica. Una prova che comprende spesso il racconto di vissuti ed esperienze difficili, ma che al tempo stesso “qualifica” il soggettonarrante riconoscendogli competenze, abilità e saperi impliciti (Polany, 1979; Vanhulle, 2009;2012). Quali le implicazioni formative della narrazione intesa quale dispositivo di lavoro pedagogico (Striano, 2002), ovvero di una formazione che privilegia il racconto di sé, delle esperienze professionali e la loro condivisione in un contesto di gruppo?Le narrazioni, luoghi privilegiati della soggettività e della riflessività, inaugurano, lo spazio diuna doppia “prova” biografica (Baudouin, 2010; Baudouin & Fretigné, 2013; Baudouin & Leclerc,2013) comportando per il soggetto la “messa in racconto” di sé e delle proprie esperienze professionali ed al contempo la visibilizzazione del proprio “capitale biografico” (Delory-Momberger, 2010)in funzione di un progetto di sviluppo, insieme umano e professionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.