In this paper the Author quests the actuality (or the non-actuality) ofthe 1915 Giorgio Del Vecchio’s essay, Le ragioni morali della nostra Guerra, in which the Italian legal philosopher seeks for a moral justification ofthe First World War, beyond any legal argument.His last words are of course questionable but lead us to investigate thewar as a specific and constant feature of human experience, always risingthe very same issues.To what extent is the defense of a good allowed? Are the means alwaysexpendable for the end or the ends? Does a tort done on behalf of commongood end to be a tort, or does it change its nature?
Questo lavoro intende riflettere sull’attualità (e sull’inattualità) delle riflessioni di Giorgio Del Vecchio sulla guerra, a partire da un suo scritto del 1915, Le ragioni morali della nostra guerra, in cui viene ricercata una giustificazione morale della Grande guerra, al di là delle possibili ragioni giuridiche. Le conclusioni di Del Vecchio, che si prestano di certo a molte obiezioni, costituiscono tuttavia l’occasione per indagare l’accadimento bellico come momento – non irripetibile – dell’esperienza umana e giuridica, che tuttora rievoca i medesimi interrogativi. Fino a che punto la difesa di un bene è lecita? I mezzi sono sempre sacrificabili al fine o ai fini? Un torto commesso per conto e in nome dell’umanità smette di essere torto o cede nella sua essenza?
Le ragioni della pace e della guerra, leggendo Giorgio Del Vecchio / Cananzi, Daniele. - In: RIFD. RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO. - ISSN 1593-7135. - 2/3(2018), pp. 315-331.
Le ragioni della pace e della guerra, leggendo Giorgio Del Vecchio
Daniele Cananzi
2018-01-01
Abstract
In this paper the Author quests the actuality (or the non-actuality) ofthe 1915 Giorgio Del Vecchio’s essay, Le ragioni morali della nostra Guerra, in which the Italian legal philosopher seeks for a moral justification ofthe First World War, beyond any legal argument.His last words are of course questionable but lead us to investigate thewar as a specific and constant feature of human experience, always risingthe very same issues.To what extent is the defense of a good allowed? Are the means alwaysexpendable for the end or the ends? Does a tort done on behalf of commongood end to be a tort, or does it change its nature?File | Dimensione | Formato | |
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