The paper analyzes the evolution of the iconographic perception of Piazza del Popolo in Rome in the seventeenth-century in rapport with the formal transformation of the square, based on a re-consideration of the surviving documentary evidences. To this end, it can be noted that for the first half of the century view painters felt a necessity to focus on the Augustinian Church of Santa Maria del Popolo, the only monumental architectural presence in the piazza, and to adopt a view-point showing a visitor leaving the city, instead of a traveller arriving at the Porta Flaminia by way of the undefined open spaces and country-like ambient before reaching the imposing property of the Augustinians which dominated the city walls at that juncture. Only with the regularization of the top of the Tridentine area abutting the piazza by means of the construction of the twin churches (planned in 1661 and carried out by 1679), did this other view – that of the traveller arriving in the Holy City – become the prevalent one, finally excluding from an iconographic point of view the Augustinian complex in the context of a new aesthetic perception of the modern city of Rome.

Il saggio analizza l’evoluzione della percezione iconografica di piazza del Popolo nel Seicento in rapporto alla trasformazione formale, supportata da nuovi riscontri documentari. A questo proposito, per tutta la metà del secolo la necessità di inquadrare la chiesa agostiniana di Santa Maria del Popolo, l’unica presenza architettonica monumentale della piazza, spinse i vedutisti ad adottare il punto di vista di chi usciva da Roma, anziché quello di chi la osservava appena varcata la porta Flaminia attraverso lo spazio indefinito e quasi campestre dominato dalle proprietà immobiliari degli agostiniani. Solo con la sistemazione delle testate del Tridente mediante la costruzione delle due chiese gemelle (deliberata nel 1661 e conclusa nel 1679), quest’ultimo punto di vista fu adottato prevalentemente, fino a escludere dall’iconografia della piazza l’antica chiesa degli agostiniani nel contesto di una nuova percezione estetica di Roma moderna.

«Felici fastoque ingressui». L’iconografia seicentesca di Piazza del Popolo a Roma e la veduta della Collezione Gibbs nell’Ashmolean Museum di Oxford / Manfredi, Tommaso. - In: QUADERNI DEL DIPARTIMENTO PATRIMONIO ARCHITETTONICO E URBANISTICO. - ISSN 1121-0745. - 33-34 (2007):(2008), pp. 43-54.

«Felici fastoque ingressui». L’iconografia seicentesca di Piazza del Popolo a Roma e la veduta della Collezione Gibbs nell’Ashmolean Museum di Oxford

MANFREDI, Tommaso
2008-01-01

Abstract

The paper analyzes the evolution of the iconographic perception of Piazza del Popolo in Rome in the seventeenth-century in rapport with the formal transformation of the square, based on a re-consideration of the surviving documentary evidences. To this end, it can be noted that for the first half of the century view painters felt a necessity to focus on the Augustinian Church of Santa Maria del Popolo, the only monumental architectural presence in the piazza, and to adopt a view-point showing a visitor leaving the city, instead of a traveller arriving at the Porta Flaminia by way of the undefined open spaces and country-like ambient before reaching the imposing property of the Augustinians which dominated the city walls at that juncture. Only with the regularization of the top of the Tridentine area abutting the piazza by means of the construction of the twin churches (planned in 1661 and carried out by 1679), did this other view – that of the traveller arriving in the Holy City – become the prevalent one, finally excluding from an iconographic point of view the Augustinian complex in the context of a new aesthetic perception of the modern city of Rome.
2008
Il saggio analizza l’evoluzione della percezione iconografica di piazza del Popolo nel Seicento in rapporto alla trasformazione formale, supportata da nuovi riscontri documentari. A questo proposito, per tutta la metà del secolo la necessità di inquadrare la chiesa agostiniana di Santa Maria del Popolo, l’unica presenza architettonica monumentale della piazza, spinse i vedutisti ad adottare il punto di vista di chi usciva da Roma, anziché quello di chi la osservava appena varcata la porta Flaminia attraverso lo spazio indefinito e quasi campestre dominato dalle proprietà immobiliari degli agostiniani. Solo con la sistemazione delle testate del Tridente mediante la costruzione delle due chiese gemelle (deliberata nel 1661 e conclusa nel 1679), quest’ultimo punto di vista fu adottato prevalentemente, fino a escludere dall’iconografia della piazza l’antica chiesa degli agostiniani nel contesto di una nuova percezione estetica di Roma moderna.
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