L’articolo ha per oggetto i codici di condotta nella disciplina delle pratiche commerciali sleali. Vengono esaminate in dettaglio le varie questioni che, a livello di previsioni legislative di dettaglio come anche a livello di sistema, pone il fenomeno dell’autodisciplina nel diritto della concorrenza sleale e delle pratiche commerciali sleali cd. business-to-consumer. In particolare, sono trattati i seguenti argomenti: la nozione di codice di condottal la nozione di responsabile del codice; le azioni contro il responsabile del codice; l’adesione ad un codice di condotta contra legem come pratica commerciale sleale; il ruolo dei codici di condotta nella concretizzazione dei requisiti di legge; l’uso ingannevole dei codici di condotta (i.e. la violazione di impegni contenuti in un codice di condotta, l’affermazione non veritiera del professionista di essere firmatario di un codice di condotta, l’affermazione non veritiera che un codice di condotta ha l’approvazione di un organismo pubblico o di altra natura); il coordinamento del controllo autodisciplinare con i procedimenti amministrativo e giudiziario.

I codici di condotta nella disciplina delle pratiche commerciali sleali / Fabbio, Ph.; Fabbio, Philipp. - In: GIURISPRUDENZA COMMERCIALE. - ISSN 0390-2269. - 4:(2008), pp. 706-743.

I codici di condotta nella disciplina delle pratiche commerciali sleali

FABBIO, Philipp
2008-01-01

Abstract

L’articolo ha per oggetto i codici di condotta nella disciplina delle pratiche commerciali sleali. Vengono esaminate in dettaglio le varie questioni che, a livello di previsioni legislative di dettaglio come anche a livello di sistema, pone il fenomeno dell’autodisciplina nel diritto della concorrenza sleale e delle pratiche commerciali sleali cd. business-to-consumer. In particolare, sono trattati i seguenti argomenti: la nozione di codice di condottal la nozione di responsabile del codice; le azioni contro il responsabile del codice; l’adesione ad un codice di condotta contra legem come pratica commerciale sleale; il ruolo dei codici di condotta nella concretizzazione dei requisiti di legge; l’uso ingannevole dei codici di condotta (i.e. la violazione di impegni contenuti in un codice di condotta, l’affermazione non veritiera del professionista di essere firmatario di un codice di condotta, l’affermazione non veritiera che un codice di condotta ha l’approvazione di un organismo pubblico o di altra natura); il coordinamento del controllo autodisciplinare con i procedimenti amministrativo e giudiziario.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/5662
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