L'Italia ha sempre vissuto con una sismicità diffusa, come dimostrato dal gran numero di documenti che descrivono gli effetti di antichi terremoti in molte aree geografiche della nostra penisola. Tuttavia, anche se oggi abbiamo una conoscenza precisa e dettagliata, ogni terremoto ci trova inevitabilmente impreparati. Ad ogni stress sismico, il nostro patrimonio edilizio e infrastrutturale mostra sempre un notevole grado di vulnerabilità. I terremoti più recenti hanno causato 650 vittime e 60 miliardi di euro di danni, creando un enorme impatto sulla popolazione colpita e un duro colpo per l'economia del Paese. Eventi che confermano ogni volta l'inadeguatezza della protezione sismica nel nostro Paese, che non riesce a perseguire una strategia efficace per contenere il rischio sismico entro limiti accettabili per una nazione moderna. Disponiamo comunque di sufficienti conoscenze scientifiche per permetterci di rivedere il patrimonio edilizio esistente attraverso interventi di “retrofit strutturale” in grado di raggiungere la necessaria resistenza per resistere ai futuri eventi sismici che si verificheranno nel nostro Paese. Questo articolo si propone di chiarire alcuni aspetti delle diverse tipologie di “retrofit strutturale” e la qualità che questi interventi possono attivare anche nei casi di costruzione non qualificata. Lo scopo è analizzare una serie di casi studio che non solo sopperiscono alle carenze strutturali iniziali, ma che attraverso un processo di aggiunta di qualità possono trasformare positivamente il paesaggio urbano delle nostre città, secondo l'Agenda 2030 Obiettivo 11: “Fare città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili ”.
Aggiunta di qualità architettonica all'ambiente costruito nelle strategie di retrofitting strutturale / Villari, Alessandro; Danaro, Paola. - In: ARCHISTOR. - ISSN 2384-8898. - 6/2019(2019), pp. 796-807. [10.14633/AHR200]
Aggiunta di qualità architettonica all'ambiente costruito nelle strategie di retrofitting strutturale
Villari, Alessandro;Danaro, Paola
2019-01-01
Abstract
L'Italia ha sempre vissuto con una sismicità diffusa, come dimostrato dal gran numero di documenti che descrivono gli effetti di antichi terremoti in molte aree geografiche della nostra penisola. Tuttavia, anche se oggi abbiamo una conoscenza precisa e dettagliata, ogni terremoto ci trova inevitabilmente impreparati. Ad ogni stress sismico, il nostro patrimonio edilizio e infrastrutturale mostra sempre un notevole grado di vulnerabilità. I terremoti più recenti hanno causato 650 vittime e 60 miliardi di euro di danni, creando un enorme impatto sulla popolazione colpita e un duro colpo per l'economia del Paese. Eventi che confermano ogni volta l'inadeguatezza della protezione sismica nel nostro Paese, che non riesce a perseguire una strategia efficace per contenere il rischio sismico entro limiti accettabili per una nazione moderna. Disponiamo comunque di sufficienti conoscenze scientifiche per permetterci di rivedere il patrimonio edilizio esistente attraverso interventi di “retrofit strutturale” in grado di raggiungere la necessaria resistenza per resistere ai futuri eventi sismici che si verificheranno nel nostro Paese. Questo articolo si propone di chiarire alcuni aspetti delle diverse tipologie di “retrofit strutturale” e la qualità che questi interventi possono attivare anche nei casi di costruzione non qualificata. Lo scopo è analizzare una serie di casi studio che non solo sopperiscono alle carenze strutturali iniziali, ma che attraverso un processo di aggiunta di qualità possono trasformare positivamente il paesaggio urbano delle nostre città, secondo l'Agenda 2030 Obiettivo 11: “Fare città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili ”.File | Dimensione | Formato | |
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