La valutazione delle prestazioni strutturali di edifici esistenti in c.a. è influenzata da diversi fattori uno dei quali, non di scarsa importanza, è la corretta stima delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo. Le recenti norme nazionali ed internazionali definiscono diversi livelli di conoscenza in funzione del numero di prove effettuate sull’edificio, indicando, come valore di resistenza a compressione della carota da assumere nelle analisi e verifiche statiche e sismiche, il valore medio opportunamente abbattuto con il fattore di confidenza. Tale procedura, però, tende a trascurare la forte dispersione dei risultati della resistenza a compressione del calcestruzzo da cui scaturiscono elevati valori del coefficiente di variazione. Quest’aspetto è invece trattato dalle FEMA in cui la definizione del valore medio della resistenza a compressione del calcestruzzo è legata ad un limite imposto al coefficiente di variazione. Nel presente lavoro, considerando un numero significativo di edifici esistenti in c.a., ubicati in Toscana, su cui sono state condotte prove distruttive in-situ (carotaggi) e prove non distruttive (sclerometro ed ultrasuoni), per la determinazione della resistenza a compressione del calcestruzzo, si evidenzierà come in un gran numero di casi tale coefficiente risulta essere spesso mediamente elevato. La dispersione delle resistenze a compressione, ottenute mediante correlazioni calibrate ad hoc sul singolo edificio con il metodo combinato SonReb, evidenzia come ad un incremento del numero di dati non corrisponde sempre un significativo abbattimento del coefficiente di variazione.
STUDIO SULLA DISPERSIONE DEI VALORI DI RESISTENZA A COMPRESSIONE DEL CALCESTRUZZO DI EDIFICI ESISTENTI / Cristofaro, M T; D’Ambrisi, A; De Stefano, M; Pucinotti, Raffaele; Tanganelli, M. - In: IL GIORNALE DELLE PROVE NON DISTRUTTIVE, MONITORAGGIO, DIAGNOSTICA. - ISSN 1721-7075. - 2/2012:(2012).
STUDIO SULLA DISPERSIONE DEI VALORI DI RESISTENZA A COMPRESSIONE DEL CALCESTRUZZO DI EDIFICI ESISTENTI
PUCINOTTI, RAFFAELE;
2012-01-01
Abstract
La valutazione delle prestazioni strutturali di edifici esistenti in c.a. è influenzata da diversi fattori uno dei quali, non di scarsa importanza, è la corretta stima delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo. Le recenti norme nazionali ed internazionali definiscono diversi livelli di conoscenza in funzione del numero di prove effettuate sull’edificio, indicando, come valore di resistenza a compressione della carota da assumere nelle analisi e verifiche statiche e sismiche, il valore medio opportunamente abbattuto con il fattore di confidenza. Tale procedura, però, tende a trascurare la forte dispersione dei risultati della resistenza a compressione del calcestruzzo da cui scaturiscono elevati valori del coefficiente di variazione. Quest’aspetto è invece trattato dalle FEMA in cui la definizione del valore medio della resistenza a compressione del calcestruzzo è legata ad un limite imposto al coefficiente di variazione. Nel presente lavoro, considerando un numero significativo di edifici esistenti in c.a., ubicati in Toscana, su cui sono state condotte prove distruttive in-situ (carotaggi) e prove non distruttive (sclerometro ed ultrasuoni), per la determinazione della resistenza a compressione del calcestruzzo, si evidenzierà come in un gran numero di casi tale coefficiente risulta essere spesso mediamente elevato. La dispersione delle resistenze a compressione, ottenute mediante correlazioni calibrate ad hoc sul singolo edificio con il metodo combinato SonReb, evidenzia come ad un incremento del numero di dati non corrisponde sempre un significativo abbattimento del coefficiente di variazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.