The essay proposes to treat the condition of entropy which is by now recorded along the edges of seaside cities as well as along the coastal settlement systems. In the contemporary debate, after the many catastrophic events characterizing the limit between land and sea, it is going on the reconsideration about the cultural as architectural strategy, adopted from the European cities since the end of ‘800, focused on the practice of building defensive barriers to establish a limit, a clear separation between land and water – the waterfront – by rigid solutions which often increased the vulnerability of the places themselves. In Italy, the coastline state and the hydrographic system are often results of inappropriate management of territory and environment. In the last decades, this attitude compromised natural processes between land and water going to get worse the effects or moreover provoking natural calamities. In this sense, it is primary to investigate the natural languages within the urban and architectonic project to establish new artificial and natural dialectic in order to facilitate resilient processes intended as capacity of adaptation and flexibility, specially about erosive phenomena, to last, adapt and maintain themselves

Il saggio si propone di trattare la condizione di entropia che ormai si registra nei bordi delle città di mare e nei sistemi insediativi di costa. Nel dibattito contemporaneo, alla luce dei ripetuti eventi catastrofici che hanno caratterizzato il limite tra terra e mare, rimbalza il ripensamento della strategia culturale e architettonica adottate dalle città europee dalla fine dell’800 e incentrate sulla pratica di edificare barriere difensive atte a stabilire un limite, una separazione netta tra la terraferma e l’acqua – il lungomare- con manufatti rigidi che spesso hanno accentuato il grado di vulnerabilità e quindi di fragilità dei luoghi stessi. Anche in Italia lo stato delle coste e del sistema idrografico è spesso il risultato di una non adeguata gestione del territorio e dell’ambiente che negli ultimi decenni ha compromesso i processi naturali tra terra e acqua, andando a peggiorare gli effetti se non addirittura provocando le calamità naturali. In questo senso diventa prioritario indagare anche nell’ambito del progetto architettonico e urbano i linguaggi della natura per stabilire una nuova dialettica tra artificiale e naturale favorendo processi di resilienza intesa nella sua capacità di adattamento, flessibilità, soprattutto nei fenomeni erosivi, per durare, adattarsi, mantenere. Attraverso esperienze nel campo delle tesi di laurea e dei concorsi progettuali, la ricerca espone i principali esiti che si pongono come buone pratiche e come concretizzazioni di figurazioni architettoniche che, attraverso l’apporto interdisciplinare si soffermano sull’idea d’identità dei luoghi e quindi di restauro dei paesaggi naturali e d antropici. Si riafferma cioè il valore del progetto come misura, controllo e comprensione dei luoghi in una logica di ritrovata empatia tra sistemi insediativi e condizioni naturali.

Geografie in movimento: il waterfront e il progetto dei bordi interattivi

ottavio Amaro
2019-01-01

Abstract

The essay proposes to treat the condition of entropy which is by now recorded along the edges of seaside cities as well as along the coastal settlement systems. In the contemporary debate, after the many catastrophic events characterizing the limit between land and sea, it is going on the reconsideration about the cultural as architectural strategy, adopted from the European cities since the end of ‘800, focused on the practice of building defensive barriers to establish a limit, a clear separation between land and water – the waterfront – by rigid solutions which often increased the vulnerability of the places themselves. In Italy, the coastline state and the hydrographic system are often results of inappropriate management of territory and environment. In the last decades, this attitude compromised natural processes between land and water going to get worse the effects or moreover provoking natural calamities. In this sense, it is primary to investigate the natural languages within the urban and architectonic project to establish new artificial and natural dialectic in order to facilitate resilient processes intended as capacity of adaptation and flexibility, specially about erosive phenomena, to last, adapt and maintain themselves
2019
Il saggio si propone di trattare la condizione di entropia che ormai si registra nei bordi delle città di mare e nei sistemi insediativi di costa. Nel dibattito contemporaneo, alla luce dei ripetuti eventi catastrofici che hanno caratterizzato il limite tra terra e mare, rimbalza il ripensamento della strategia culturale e architettonica adottate dalle città europee dalla fine dell’800 e incentrate sulla pratica di edificare barriere difensive atte a stabilire un limite, una separazione netta tra la terraferma e l’acqua – il lungomare- con manufatti rigidi che spesso hanno accentuato il grado di vulnerabilità e quindi di fragilità dei luoghi stessi. Anche in Italia lo stato delle coste e del sistema idrografico è spesso il risultato di una non adeguata gestione del territorio e dell’ambiente che negli ultimi decenni ha compromesso i processi naturali tra terra e acqua, andando a peggiorare gli effetti se non addirittura provocando le calamità naturali. In questo senso diventa prioritario indagare anche nell’ambito del progetto architettonico e urbano i linguaggi della natura per stabilire una nuova dialettica tra artificiale e naturale favorendo processi di resilienza intesa nella sua capacità di adattamento, flessibilità, soprattutto nei fenomeni erosivi, per durare, adattarsi, mantenere. Attraverso esperienze nel campo delle tesi di laurea e dei concorsi progettuali, la ricerca espone i principali esiti che si pongono come buone pratiche e come concretizzazioni di figurazioni architettoniche che, attraverso l’apporto interdisciplinare si soffermano sull’idea d’identità dei luoghi e quindi di restauro dei paesaggi naturali e d antropici. Si riafferma cioè il valore del progetto come misura, controllo e comprensione dei luoghi in una logica di ritrovata empatia tra sistemi insediativi e condizioni naturali.
progetto, architettura, catastrofi, sicurezza, natura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/94031
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