La cessione, da parte dell’utente di servizi social, del diritto di sfruttamento economico dei dati personali dietro la fornitura, da parte del titolare del trattamento, di contenuti e/o servizi digitali, pur costituendo il modello di business più diffuso delle piattaforme social, può integrare in alcuni casi gli estremi di una pratica commerciale scorretta o di una condotta anticoncorrenziale. Tra le vicende che hanno suscitato particolare interesse ai fini della qualificazione dell’illecito trattamento dei dati personali come pratica commerciale scorretta sono state esaminate le decisioni dell’AGCM Facebook (2018) e Meta (2024), e, come condotta contraria al diritto antitrust, i casi Meta Platforms e a. (Condizioni generali d’uso di un social network) del 4 luglio 2023 e la causa C-21/23 del 4 ottobre 2024. L’esame di queste pronunce ha consentito di effettuare una serie di considerazioni sul diverso ruolo ricoperto oggi all’informazione pubblicitaria online, sull’aggravata asimmetria informativa in cui versano i consumatori digitali rispetto ai gestori delle piattaforme social, sull’approccio sinergico tra GDPR e diritto antitrust, e sulla perdita di centralità del consenso dell’interessato nell’ipotesi di trattamenti massivo di Big Data.

PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE PER ILLECITO TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI / Rumi, T.. - In: JUS CIVILE. - ISSN 2421-2563. - 1/2025(2025), pp. 47-75.

PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE PER ILLECITO TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

RUMI T.
2025-01-01

Abstract

La cessione, da parte dell’utente di servizi social, del diritto di sfruttamento economico dei dati personali dietro la fornitura, da parte del titolare del trattamento, di contenuti e/o servizi digitali, pur costituendo il modello di business più diffuso delle piattaforme social, può integrare in alcuni casi gli estremi di una pratica commerciale scorretta o di una condotta anticoncorrenziale. Tra le vicende che hanno suscitato particolare interesse ai fini della qualificazione dell’illecito trattamento dei dati personali come pratica commerciale scorretta sono state esaminate le decisioni dell’AGCM Facebook (2018) e Meta (2024), e, come condotta contraria al diritto antitrust, i casi Meta Platforms e a. (Condizioni generali d’uso di un social network) del 4 luglio 2023 e la causa C-21/23 del 4 ottobre 2024. L’esame di queste pronunce ha consentito di effettuare una serie di considerazioni sul diverso ruolo ricoperto oggi all’informazione pubblicitaria online, sull’aggravata asimmetria informativa in cui versano i consumatori digitali rispetto ai gestori delle piattaforme social, sull’approccio sinergico tra GDPR e diritto antitrust, e sulla perdita di centralità del consenso dell’interessato nell’ipotesi di trattamenti massivo di Big Data.
2025
commercializzazione dati personali – GDPR – pratiche commerciali scorrette – concorrenza sleale
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